Perugia, consulente pagata per un lavoro già fatto

Massimo Malpica

da Perugia

Quarantamila euro sprecati per pagare una consulente che avrebbe rifatto un lavoro già svolto anni prima dal personale interno. Quella somma, secondo il procuratore regionale della Corte dei Conti umbra Massimiliano Minerva, ora dovrà essere risarcita dal sindaco e dalla giunta di centrosinistra di Perugia, oltre che dal dirigente del Comune che firmò l’atto per assoldare la consulente.
La storia è quella della «Twin card», che offre sconti e agevolazioni alle città gemellate con il comune umbro. Un progetto nato nel 1999, realizzato da dipendenti comunali, finanziato dalla Confcommercio e approvato da una soddisfatta giunta che sottolineò come «l’esigenza dell’amministrazione» di erogare questa carta sconti fosse «soddisfatta senza implicare costi». Ma quando il provvedimento viene riproposto nel 2003, il virtuosismo finanziario non sembra più interessare.
A occuparsi del lavoro viene incaricata una consulente esterna che vanta una laurea in tecnica pubblicitaria: Elisa Spinelli, allora 27enne, figlia di Nello, amministratore delegato di Minimetro, una spa comunale al 70 per cento che sta costruendo una metropolitana di superficie nel capoluogo umbro. Alla ragazza, per otto mesi di lavoro, viene riconosciuta dalla giunta una retribuzione di 14.464,26 euro. E a luglio del 2004 la consulenza viene rinnovata per un altro anno in cambio di 25.581,98 euro. La spesa di 40mila euro per produrre un «doppione» non convince l’opposizione. Il capogruppo in Comune di Forza Italia, Massimo Monni, punta l’indice contro quello che per lui è un palese spreco in occasione di entrambi i contratti, presentando un doppio esposto alla procura regionale della Corte dei Conti. Dove il caso sbarca per la prima udienza lo scorso 9 novembre.
Qui il procuratore Massimiliano Minerva nella requisitoria bolla la vicenda come esempio di consulenza inutile: «Lo stesso progetto - spiega - era già stato redatto 4 anni prima all’interno dell’amministrazione comunale, senza alcuna spesa aggiuntiva» e in nove mesi, mentre per la nuova «twin card» «sono stati necessari due anni - prosegue - con tanto di rinnovo della consulenza». E spendendo 40mila euro. La «riedizione» 2003-2005 dell’iniziativa, secondo il procuratore regionale, è stata insomma viziata da una serie di elementi, sia perché la giunta «si è affidata a una consulente la cui specializzazione non era consona al progetto» e che aveva dunque «un curriculum inadeguato», sia perché, «ancor più grave è che la giovane professionista acquisisce la specializzazione universitaria solo cinque giorni dopo aver ottenuto l’affidamento dell’incarico».


L’urgenza era tale che non si poteva nemmeno aspettare che la laureanda diventasse laureata? Chissà. Di certo, per gli avvocati della difesa, invece, è tutto in regola «sia per i modi che per i tempi». Forse già entro novembre la sentenza dirà chi ha ragione.

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