Cultura e Spettacoli

A Perugia il festival degli inventori folli

Nel capoluogo umbro la seconda edizione del Festival Libero pensatore durante il quale sarà premiata le creazione più folle. L'iniziativa in memoria di Vittorio Gorini, il «più matto di tutta l'Umbria» inventore del letto e del gabinetto a motore

Si autodefiniva «il più matto di tutta l'Umbria», ma nessuno ci credeva. Vittorio Gorini, meglio noto come il Gorino, era un «libero pensatore», personaggio noto nella Perugia alla fine del secolo scorso. Tra gli anni Settanta e i Novanta imperversò per Corso Vannucci (la via principale del capoluogo umbro) in sella alle sue creazioni. La più famosa era il letto a motore, ma c'era anche il gabinetto completo di cassetta dello scarico, anche quello motorizzato, targato e perfettamente in grado di viaggiare. Oppure la bicicletta con la quale da giovane aveva girato tutta l'Italia (spendendo l'unico patrimonio economico transitato per le sue tasche sotto forma di biglietto vincente della lotteria) e sulla quale ogni tanto montava un'enorme tricolore e un megafono. Poi c'erano i detti, gli aneddoti, il suo pensiero. Un mix di saggezza popolare e impulsi futuristi. C'era il «fate che il poco sia tanto ma che il tanto non sia poco», invito a non impegnarsi nelle cose che non hanno valore e a dare valore alle cose che richiedono meno impegno. Oppure il sempre valido «io sono un libero intraprendente e di politica non me ne frega niente». Impossibile incasellarlo. Sicuramente era un libertario, refrattario alle regole e al lavoro, a parte quello che aveva scelto lui, un artigianato radicale e visionario. Infatti il Gorino non era visto bene dalle giunte locali, tutte di sinistra. Ma nessuno, nemmeno a destra, lo era mai stato troppo a sentire. D'altro canto nei suoi ragionamenti non c'erano mai concessioni a temi di attualità né nostalgie identitarie che gli avrebbero dato il diritto a indossare una comoda maschera folcloristica.
Oggi, a cinque anni dalla scomparsa, la rivincita del «Gorino». Prima con una fondazione, un sito (www.liberopensatore.it) e un libro. Iniziative di Angelo Fanelli, bocconiano doc con un curriculum da docente internazionale in Francia alla Hec e negli Stati Uniti. Dopo anni nel mondo degli Mba ha deciso di tornare a Perugia, la sua città d'origine. Scelta spiegata nel volume che ha dato da poco alle stampe: «Fate poco. O come un settantaduenne semianalfabeta mi convinse a mollare la gestione delle risorse umane per cercare una gestione umana delle risorse».
L'ultima sfida è il premio. Una rassegna dedicata a invenzioni strampalate e creative, come quelle che il Gorino fabbricava nello scantinato che gli faceva da casa e laboratorio. Si chiama «Premio Vittorio Gorini per la follia creatrice», in agenda tra il 3 e il 5 settembre a Perugia. Possono partecipare tutte le opere di ingegno che, a qualsiasi titolo, hanno come componente la follia, «l'atto del sognare, immaginare ciò che non è, e che può tuttavia essere».
Il Premio è quindi aperto ad «opere musicali, letterarie, poetiche, brevetti, invenzioni, performance artistiche». Non una semplice esposizioni di brevetti, magari improbabili, ma orientati a un qualche utilizzo. Semmai un festival dedicato «a qualunque altra forma di espressione umana che sia rivolta alla e basata sull'allentamento dei vincoli della razionalità». Chi si sente ispirato può sottoporre la sua idea all'Associazione Libero Pensatore. Quella del 2011 è la seconda edizione. La prima è stata vinta da Alberto Caloi, con il concerto per pianoforte a ruote «Volo Senz'Ali», seconda la creatrice Cinzia Corneli, con la bambola «Chioccy, la vita dopo i cocci», terzo l'artigiano Alessandro Bruni con «Appello Ai Popoli del Pianeta». Quest'anno la sfida è di scoprire altri inventori e pensatori.

A patto che siano ancora più creativi e folli.

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