Eni, allinterno di un consorzio internazionale formato dalla cinese Sinopec, da Occidental e da Korean Gas, ha presentato lofferta migliore per il giacimento petrolifero iracheno di Zubair, lasciandosi alle spalle i concorrenti Bp, Shell ed Exxon. Ma il gruppo del cane a sei zampe non ha accettato il taglio del 50% dei costi di estrazione, sui quali incide fortemente il capitolo sicurezza, proposto dal ministro del Petrolio iracheno. Spetterà adesso alle autorità dellIrak individuare una nuova procedura per assegnare lautorizzazione allo sviluppo del giacimento, nel Sud del Paese, che produce quattro milioni di barili. Lofferta per Zubair fa parte della campagna irachena di cessioni che comprende complessivamente otto tra giacimenti petroliferi e del gas, in quella che è la sua più grande asta dallinvasione del 2003, anche se appare esserci un abisso tra ciò che lIrak ha intenzione di pagare e quanto le aziende sono disposte a dare. Linglese Bp e la cinese Cnpc si sono infatti aggiudicate lo sfruttamento del ricco campo di Roumaila (17,7 miliardi di barili le riserve stimate), dopo aver accettato di «essere pagate due dollari al barile, che è quanto avevamo chiesto inizialmente, e si sono impegnate a produrre 2,85 milioni di barili al giorno nei prossimi sei anni», ha dichiarato il ministro del Petrolio, Hussein Charistani. I contratti hanno una durata di 20 anni.
Il consorzio cinese formato da Cnooc e Sinopec International si è invece ritirato dalla corsa per il campo di Missane, la cui produzione è stimata in 100mila barili al giorno e le cui riserve sono stimate in 2,6 miliardi di barili, perché pretendeva 25,4 dollari al barile mentre il governo era pronto a pagarne solo 2,3. Per quanto riguarda il campo di Hai Bassan (riserve stimate in 2,4 miliardi di barili), la ConoccoPhillips, associata a Cnooc e Sinopec, chiedeva 26,7 dollari contro i 4 proposti dallIrak.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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