Politica

Petruccioli difende Celentano e la Guzzanti torna su Raitre

Il presidente Rai contro Del Noce: «Il contratto non è stato violato». L’attrice ospite di Fazio

Fabrizio de Feo

da Roma

«Presidente, sarà ospite della trasmissione di Celentano?». Silvio Berlusconi, all’uscita dell’aula di Montecitorio, si guarda bene dal rispondere ai cronisti che lo sollecitano su una voce circolata con insistenza negli ultimi giorni. Il suo silenzio, però, appare eloquente. Berlusconi alza gli occhi al cielo e usa un’espressione che, al di là delle parole, lascia poche speranze sulla possibilità che sia proprio lui uno dei prossimi ospiti di Rockpolitik. Un cronista insiste e gli chiede di replicare all’opposizione che lo ha accusato di fare delle liste di proscrizione. Il premier alza le braccia e si limita a esclamare prima di andar via: «Mamma mia, mamma mia...».
Se Berlusconi dribbla il «caso Celentano» ed evita di alimentare il botta e risposta, un nuovo fronte di polemica si appresta ad aprirsi. Rai Tre, infatti, non resiste alla tentazione di «mettersi in pari» con Rai Uno e per la prima puntata del programma di Fabio Fazio Che tempo che fa convoca Sabina Guzzanti. L’attrice, diventata un’icona del popolo dei girotondi dopo la sospensione di Raiot - monologo tutto politico, ben poco satirico e rigorosamente antiberlusconiano - parlerà di Viva Zapatero, il film da lei firmato con il quale illustra la sua tesi preferita: quella del plumbeo regime delle destre calato sul nostro Paese a spazzare via le libertà civili. Il programma di Fazio non si curerà molto della par condicio - regola non molto frequentata nelle trasmissioni «parapolitiche» di Rai Tre - e accoglierà come ospiti, oltre alla Guzzanti, Gad Lerner, lo scorso anno presentatore della convention dell’Ulivo al Palalottomatica. E a seguire Antonio Cornacchione, il comico specializzato nelle «dirette da Arcore» e in tormentoni antiberlusconiani. Niente male.
Ancora non si stemperano gli strascichi dell’affondo firmato da Adriano Celentano e Michele Santoro giovedì scorso. La Commissione di vigilanza vuole avere ragguagli sul contratto firmato dalla Rai con il Molleggiato e ha già girato la richiesta alla tv di Stato. Dentro Viale Mazzini continua, invece, il botta e risposta tra i vertici aziendali. Al direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, convinto che i paletti messi nero su bianco nel contratto di Celentano siano stati abbattuti e le regole violate replica il presidente della Rai Claudio Petruccioli. «La tesi mi sembra assai problematica: tutto si può dire meno che quella trasmissione non sia tipica di Celentano. Se qualcuno l’aveva immaginata diversa aveva sbagliato. Inoltre l’istituto della sospensione parziale adottato da Del Noce non esiste». Il numero uno di Viale Mazzini non si limita a replicare a Del Noce ma «pizzica» quei dirigenti che gli hanno espresso solidarietà. Un rilievo che fa scattare la reazione dei membri del cda vicini al centrodestra e provoca la ferma condanna di Maurizio Gasparri per il quale «siamo alle liste di proscrizione fatte da Petruccioli». Gianfranco Fini, invece, ironizza amaro sul vittimismo dell’opposizione. «Quando la sinistra sostiene che la Rai è sotto l’occupazione militare del centrodestra, fa una boutade che nemmeno tutti i comici e giullari d’Italia sarebbero capaci di fare» sostiene il vicepremier. «È giusto che la satira si rivolga contro il potere. Ma il potere non è solo quello del governo.

Prodi non è una persona che non abbia gestito e non gestisca ancora oggi un potere».

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