Più lavoro per i neolaureati In un anno 35mila assunzioni

«Il sistema lombardo nel 2010 ha inserito 35.308 laureati del triennio 2007-2009, contro i 32.575 del triennio 2006-2008, assorbiti nel 2009, con un aumento dell’8,4%». E’ quanto si legge in un paragrafo del rapporto «Laureati in Lombardia: è ancora crisi?», realizzato da Specula Lombarda, grazie alle indagini di Anna Soru e Cristina Zanni dell’Area Ricerca Formaper della Camera di commercio, che ha dato il suo supporto finanziario al progetto insieme alla Regione e alla Unioncamere Lombardia.
Presentato ieri proprio alla Camera di commercio, lo studio evidenzia come la domanda di occupazione per i ragazzi che escono dall’università cresca dell’8%, anche se solo il 7% comincia a lavorare con un contratto a tempo indeterminato, contro il 10% di due anni fa. Una delle novità sottolineate è che i contratti peggiori spettano alle donne, penalizzate ancora più di un tempo, «perché resta sempre determinante il rischio di maternità» ha detto Luisa Corazza, professore di Diritto del lavoro all’Università del Molise.
La modalità d’ingresso nel mercato è sempre più il tirocinio, che ha inizio da uno stage, in modo particolare a Milano, denominata «la capitale della repubblica degli stagisti»; peggiorano i contratti di primo inserimento, nonostante si registri una maggiore selezione in base agli indirizzi da laurea. Da questo punto di vista il corso più gettonato rimane ingegneria insieme agli indirizzi di carattere scientifico e sociale. Sempre più ostacoli trovano i giovani che hanno seguito un percorso umanistico, artistico o creativo. La laurea in lettere prepara a... fare le commesse.
La manifattura all’ingrosso, le banche, l’ICT, le società di consulenza garantiscono la più forte stabilizzazione, soprattutto se si tratta di grandi aziende. Seguono la sanità, l’istruzione (15,2% del totale degli inserimenti), l’informatica (5,2%) e la ristorazione. La più ardua stabilità si concentra nell’editoria, nella pubblicità, negli studi professionali, nel cinema e nella tv, dove è in rapido aumento il lavoro autonomo. Milano è la provincia lombarda a trainare la crescita occupazionale (+10,7%). Bene anche Mantova (+15,9), Monza-Brianza (+12,9) e Varese (9,9). I ragazzi che non riescono a trovare un impiego sono il 16,3%. La domanda continua a superare l’offerta, tanto che nella nostra Regione nel 2010 il numero di laureati si riduce: 850 in meno, pari all’1,8%. Ma non c’è dubbio che l’università lombarda continui ad attrarre e che le recenti immatricolazioni siano in risalita (+5%), andamento positivo visto che anche il mercato sta registrando una ripresa, tanto che la richiesta di lavoro ad alta qualifica da parte delle aziende è in crescita, ma non in misura sufficiente da recuperare il «buco» del periodo ante crisi.
Tra i vari interventi di ieri, significativo quello del professor Carlo Dell’Arringa, docente di Economia politica alla Cattolica.

«Questa ricerca non intendeva sottolineare il tasso di disoccupazione - ha rimarcato - ma il modo in cui i giovani riescono a raggiungere il lavoro, che non si costruisce con le leggi ma con una politica attiva. Anche da parte dei ragazzi, che devono fare gli stage durante gli studi e non attendere di finire l’università».

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