da Milano
Tutti guardano alla cocaina, intanto luso di hashish e marijuana è diventato comune, diffuso, come un piccolo vizio, come un sorso di vino a tavola. Sono droghe, ma pochi le percepiscono come tali. Sono oltre un milione, infatti, i giovani italiani che fanno abitualmente consumo di cannabis e derivati, con una frequenza che va dalle due volte alla settimana alle due o tre volte ogni giorno. Lo afferma Maria Burani Procaccini, presidente della commissione bicamerale infanzia secondo la quale si tratta di una «emergenza che dovrebbe farci reagire». «L'Osservatorio sulle dipendenze - aggiunge Burani - parla di trend in crescita: dai Sert arrivano segnalazioni continue di dipendenze da cannabis con risvolti sulla salute drammatici».
Burani ricorda quindi gli effetti della dipendenza: «disturbi stabili e cronici del comportamento, disforia, allucinazioni con crisi psicotiche acute, intossicazioni, slatentizzazione di disturbi dell'umore con particolare riferimento a quelli bipolari» e sottolinea come «il consumo esagerato di alcol vada spesso di pari passo con l'assunzione quotidiana di droghe che ancora molti si ostinano a chiamare leggere ma che hanno una pericolosità elevata».
Burani evidenzia, inoltre, come «i casi di dipendenza siano aumentati vertiginosamente, a riprova della validità scientifica di quanti sostengono che cannabis e oppiacei agiscano sul sistema nervoso centrale alla stessa stregua di altre sostanze che producono dipendenza» e chiede «a Prodi e alle forze dell'Unione di sottoscrivere l'intesa politica bipartisan che preveda nei due programmi degli schieramenti politici la contrarietà netta all'antiproibizionismo e alla legalizzazione di queste sostanze».