Più di mille emendamenti, così il Pgt è a rischio

Serve un accordo politico tra destra e sinistra per portare a termine la rivoluzione urbanistica della città Palmeri: «Per discuterli tutti avremmo bisogno di un anno». E intanto l’aula esamina anche il bilancio 2010

Più di milleduecento emendamenti, ovvero proposte di modifica al testo originale del Pgt, da discutere in aula. I numeri parlano fin troppo chiaro. Ci vorrà un accordo politico per dare a Milano, dopo trent’anni, il Piano di governo del territorio, un nuovo regolamento urbanistico che mandi in pensione il vecchio Piano regolatore. Uno strumento, per convinzione di tutti, ormai incapace di governare i problemi di una città che ormai ha ben poco a che fare con quella di allora. Una metropoli complessa e sempre più fragile che ha bisogno di infrastrutture e di nuove metropolitane, di più verde e di case, di attenzione per le giovani coppie, ma anche per lavoratori particolari come quelli delle Forze dell’ordine il cui stipendio non basta per pagare un affitto dignitoso, aree wi-fi e grattacieli che consentano di consumare meno territorio e permettano di creare grandi parchi urbani. Ma anche ex caserme, scali ferroviari dismessi e aree industriali abbandonate da recuperare dopo che per anni sono diventati solo ricettacolo di degrado e criminalità. Sono solo alcuni dei tanti nodi da affrontare con l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli che promette una rivoluzione copernicana. Un nuovo modo di intendere l’evoluzione urbanistica non più fondata sulle regole e i lacciuoli, ma piuttosto sulla libertà del singolo che non dovrà confliggere con il bene comune.
Oggi si parte. In mattinata la riunione dei capigruppo per decidere il calendario dei lavori. Sperando che non naufraghi, come è già successo giovedì scorso, per la mancanza del numero legale. Un brutto segno, l’indice di una conflittualità non ancora sopita tra maggioranza e opposizione. Poi, nel pomeriggio, la prima seduta del Consiglio comunale che, dopo un’approvazione in giunta meno semplice del previsto e il passaggio nelle commissioni, dovrà ora pronunciarsi e creare un nuovo testo.
Il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, intanto, ha fatto i conti. Alla fine gli emendamenti presentati fino a ieri sera erano 1194, ma c’è ancora tempo fino a oggi per depositare quelli sul Piano delle regole e sulla parte generale del testo. Per l’esattezza sono 335 le proposte di modifica del Piano dei Servizi (45 della maggioranza, 289 dell’opposizione e uno comune) a cui vanno aggiunti i 3 al testo della delibera, gli 811 al documento di Piano e i 45 sul Piano delle Regole (34 della maggioranza e 11 dell’opposizione). «Servirà - ammonisce Palmeri - un grande impegno anche in termini di quantità di sedute e ore di lavoro per garantire che il Consiglio si possa effettivamente esprimere su questo atto di importanza storica per Milano». Anche perché sta per arrivare in Consiglio anche la delibera sul bilancio di previsione per il 2010. Documento da approvare obbligatoriamente entro il 31 marzo, pena il commissariamento del Comune, e che dunque interromperà i lavori del Pgt. Il calendario è impietoso. Con una media di 15 emendamenti alla volta, per esaminarne 1.200 ci vorranno almeno 80 sedute. Considerando che in tutto l’anno scorso le sedute del consiglio sono state appena 76, appare chiara la necessità di un accordo politico.
Anche se i problemi maggiori sembrano essere proprio all’interno del centrodestra. Sicuramente anomala, e sintomo di ben più di qualche mal di pancia, la presentazione di ben 130 emendamenti.

Soprattutto dopo che il varo in giunta, programmato dal sindaco Letizia Moratti per luglio, è stato rinviato per tentar di arrivare a un testo condiviso. Sono passati i mesi e i dubbi, se possibile, a dicembre sono addirittura aumentati.

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