Più soldi al fondo salva-Stati Germania e Ue ai ferri corti

Più rigore, più soldi. Il progetto di rinforzare la dotazione finanziaria del fondo europeo di emergenza, il cosiddetto «salva-Stati» utilizzato per Grecia e Irlanda, approda oggi alla riunione dell’Eurogruppo: i ministri delle Finanze dei diciassette Paesi dell’area euro, Giulio Tremonti per l’Italia, incominciano a discuterne, in vista del Consiglio europeo straordinario dei capi di Stato e di governo del 4 febbraio prossimo. In quell’occasione, i leader europei potrebbero dare il via libera al nuovo meccanismo di salvaguardia: almeno, è questa la speranza della Commissione Ue e della Banca centrale europea.
Non mancano però le difficoltà. Una per tutte, l’atteggiamento della Germania che non ostacola il progetto in sè, ma lo condiziona a regole più stringenti sui bilanci pubblici, a un percorso più rapido di riduzione dei debiti, in breve a un maggior rigore sui conti pubblici dei Paesi dell’Eurozona. Inoltre, Berlino non vuol concedere al Fondo «salva-stati» di poter acquistare direttamente bond dei Paesi in difficoltà sul mercato secondario, come già fa la Banca centrale europea. Per questi motivi la riunione dell’Eurogruppo potrebbe rivelarsi interlocutoria.
L’atteggiamento di Angela Merkel, e del ministro delle Finanze Wolfgang Schauble, è stato criticato dal presidente della Commissione, Manuel Barroso. «Il mio dovere è di difendere il bene dell’Europa - ha detto in un’intervista al settimanale tedesco Spiegel - : non metto in dubbio la determinazione della Germania e della cancelliera Angela Merkel di difendere la stabilità dell’euro, tuttavia - aggiunge - la Commissione ha il diritto e il dovere di dire ai cittadini europei che cosa noi riteniamo corretto».
Commissione e Bce spingono per un raddoppio, da 750 miliardi a 1.500 miliardi, della dotazione del fondo, a cui partecipa anche il Fmi. Il Fondo monetario ha già fatto sapere di essere d’accordo nel raddoppiare la propria quota, da 250 a 500 miliardi. «Non capisco le proposte di Barroso - replica il vice-cancelliere e ministro dell’Economia, Guido Westerwelle - : quando un fondo è utilizzato in piccola parte, non c’è ragione per discuterne un incremento».
La discussione arriva in un momento ancora difficile. Il sospiro di sollievo per il buon esito dell’ultima asta di titoli portoghesi è stato presto superato dal downgrading a «spazzatura» dei titoli greci, operato da Fitch alla vigilia di un’asta di titoli per 500 milioni di euro che si terrà domani. Continuano a rincorrersi voci allarmate sui conti pubblici di Spagna e Belgio. La ricapitalizzazione delle Casse di risparmio spagnole, annunciata dal premier Zapatero, potrebbe far aumentare dell’8% il debito pubblico. Tuttavia, il ministro delle Finanze tedesco Schauble tranquillizza: «Non spingiamo alcun Paese a far uso del fondo, non è necessario».

La Merkel ha infine smentito di fare pressioni a favore del candidato tedesco Axel Weber per la presidenza della Bce. Il mandato di Jean-Claude Trichet scade a fine ottobre, e fra i candidati forti alla successione c’è il governatore di Bankitalia, Mario Draghi.

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