«Più studenti potranno fare i medici»

Presidente Formigoni, l’sos sulla carenza di medici impone nuove regole per le università di medicina e per gli ospedali. Cosa dobbiamo aspettarci?
«Sto mettendo a punto un piano con il ministro Gelmini e con il ministro Fazio. Lo presenteremo entro l’estate ma di fatto l’accordo c’è già».
Quindi non c’è il pericolo che nel 2015 manchino 7.600 medici in corsia?
«Se le cose rimanessero così come sono oggi, il rischio sarebbe proprio quello. È per questo che abbiamo sollevato il problema dell’emergenza così in anticipo. Abbiamo quattro anni di tempo per risolvere tutto e per pianificare il ricambio generazionale».
Si guarda avanti per garantire il turn over negli ospedali?
«Stiamo guardando avanti per risolvere i problemi prima che esplodano».
Ma il numero chiuso a medicina verrà abolito o no?
«Le prime a non volerlo abolire sono le università. Non hanno i docenti, non hanno le aule per accogliere più studenti. E di sicuro non si arriverà a fare lezione nei cinema come negli anni Ottanta».
Quindi come verranno reclutati i nuovi medici?
«Cominciamo ad aumentare il numero dei posti nelle scuole di specializzazione e il numero delle borse di studio. Lo sto chiedendo da tempo al ministro. Il numero degli ingressi va di sicuro aumentato».
In Lombardia com’è la situazione borse di studio?
«La Regione ha sborsato di tasca propria 5 milioni di euro per aumentare del 10 per cento il numero delle borse di studio. Ma quei soldi dovrebbe metterli lo Stato, non noi. E poi serve un maggior equilibrio».
Intende dire equilibrio tra le regioni?
«Appunto. La distribuzione delle borse di studio è diseguale, premia il Lazio dandogli molti più posti di quanti siano necessari per i ricambi dei loro medici e penalizza la Lombardia».
La solita sproporzione che penalizza la Lombardia.
«Ho convocato più di un incontro con i presidi delle facoltà di medicina lombardi. Il problema comune è una carenza di borse di studio rispetto alle altre regioni italiane».
Quindi il primo passo per tamponare la carenza di medici è puntare sugli specializzandi?
«Assolutamente sì. Stiamo anche pensando alla possibilità di usare gli specializzandi negli ospedali già dal terzo anno, due anni in anticipo alla fine della loro scuola di specializzazione».
Affiancherebbero i medici?
«Gli specializzandi sono già medici e potrebbero essere impiegati in ospedali nelle funzioni più semplici. In questo modo darebbero agli specialisti di concentrasi sui casi più complicati».
L’assessore Bresciani preme perché gli ospedali privati paghino l’università agli studenti che un giorno assumeranno. È fattibile?
«Stiamo discutendo anche di questa possibilità».
Molti medici chiedono di rivedere i test di accesso a medicina e di istituire delle graduatorie nazionali.

Anche questo problema fa parte della partita romana?
«È uno dei punti su cui è aperto il confronto. Una facoltà importante come quella di medicina deve continuamente interrogarsi sui criteri di selezione e sulla formazione degli studenti per migliorare in continuazione».

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