Più tutela dei risparmiatori nella Consob targata Vegas

RomaUna Consob trasparente, orientata alla massima tutela dei risparmiatori e alla riduzione degli ostacoli che creano difficoltà alla quotazione in Borsa delle imprese italiane. Queste le linee fondamentali che il presidente designato dell’autorità, Giuseppe Vegas, intende perseguire nel corso del suo mandato. La collaborazione con le altre Authority di vigilanza, prima tra tutte Bankitalia, e un confronto più frequente con il Parlamento, saranno anch’essi tratti caratteristici della Consob firmata Vegas.
Linee guida che la commissione Finanze del Senato ha apprezzato, dando il via libera alla nomina di Vegas senza alcun voto contrario, e con la sola astensione del Pd. «Giuseppe Vegas saprà guidare con equilibrio e indiopendenza la Consob», ha dichiarato il capogruppo democratico in commissione, Giuliano Barbolini.
Il futuro presidente dell’organismo di vigilanza ha ricordato che il nostro è un Paese salvadanaio, «dove c’è molto risparmio che va difeso e utilizzato il più possibile sul territorio nazionale». Preoccupa il calo delle imprese quotate. Bisogna perciò cercare di attirare il risparmio nazionale ed estero in investimenti nelle nostre imprese, sia manifatturiere che finanziarie. «Ci sono molte imprese di medie dimensioni, e sarebbe utile - ha rilevato - trovare gli strumenti per canalizzare il rispermio a loro favore».
A questi fini, ha spiegato Vegas, il contesto del mercato deve essere «molto trasparente e coordinato», quantomeno a livello europeo. «Il mercato vero - ha osservato - vive di trasparenza», ed ha necessità di meccanismi per evitare il ripetersi di episodi di «azzardo morale» come quelli che hanno fortemente caratterizzato l’ultima crisi. Consob e Banca d’Italia, ha aggiunto Vegas, affineranno il coordinamento in modo da evitare «sovrapposizioni e zone d’ombra».
Quanto a questioni particolari, come la direttiva sull’Opa e il trattamento dei derivati, Vegas si è riservato di rispondere ai senatori una volta insediato. Ha intanto ricordato d’essersi dimesso «quasi in tempo reale» da viceministro dell’Economia, e di aver cessato ogni attività in tal veste per «una ovvia distinzione di ruoli».
Sulla nomina alla Consob dovranno pronunciarsi, a maggioranza qualificata, le commissioni competenti di Camera e Senato. Spetterà infine al capo dello Stato il via libera definitivo. In alto mare, al contrario, le nomine all’Autorità per l’energia. Il Consiglio dei ministri ha preso ieri atto della rinuncia di Antonio Catricalà, che resta all’Antitrust. In teoria le nomine degli altri quattro commissari sarebbero valide, ma la commissione Attività produttive della Camera, che avrebbe dovuto dare il parere, è stata sconvocata.

«Per il dopo Ortis - ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani - andrà concordata una nuova cinquina, che possa essere approvata dalle commissioni parlamentari». L’attuale presidente scade il 15 dicembre, e non c’è al momento un accordo sul nome del successore. Non si esclude che possa essere necessaria una proroga.

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