Monza Corte d'onore fra la cappella e la cavallerizza della villa Reale di Monza ordinata da Maria d'Austria al Piermarini. La nazionale di Simone Pianigiani cerca di armonizzarsi con le linee neoclassiche di un allenatore che non vuole soltanto promesse perché gli piace il sudore vero e la strategia la fa dipendere da particolari su cui lavorare giorno per giorno. La squadra tenuta a battesimo in villa cerca di capire la storia di questo basket che fa sfilare in parata - presentate dal supertifoso Gianluigi Paragone, vicedirettore di Raidue e conduttore della trasmissione «Lultima parola» - le sue glorie fra i cimeli di Alberto Cecere. Ascolta e sembra capire l'arresto e tiro che resero grande Pino Brumatti, il senso delle parabole del Giovanni Gavagnin che meritava questi onori per come giocava, ma anche per essere stato in camera con il prodigio Lombardi ai Giochi di Roma, la fantasia del Giulio Iellini che oggi regola il traffico navale per la Turchia al porto di Trieste.
Allievi con la faccia del primo giorno di scuola, commossi davanti a monumenti come Sandro Galleani, Niki Persi, Corsolini, l'arbitro Fiorito, al ricordo di Tracuzzi il genio sregolato e di Bogoncelli l'argonauta, al maestro Taurisano che semplificava celiando per Pianigiani: «giocatori che difendono e che segnano, non serve altro». Sorrisi, pacche sulle spalle, e prima di partire per Bormio, culla di tante vigilie azzurre, Simone il predestinato ha cercato di rassicurare chi, con crudele realismo, vede ragazzi alla ricerca costante di una parte in commedia, persino i due Nba Belinelli e Bargnani che ieri hanno lasciato la comitiva che poi raggiungeranno nel raduno di Firenze come i finalisti dello scudetto.
Lui si fa garante per aver toccato con mano cose che nelle cene ufficiali, nelle feste dove tutti si abbracciano, non riesci ad intravedere perché poi sarà il campo a dirci che tipi sono, ma certo se andranno tutti al passo dell'oriundo Maestranzi, teso, eccitato, felice, allora si potrebbe anche essere ottimisti. Pianigiani lo è e ce lo dice alla sua maniera: «Siamo i rappresentati di uno sport moderno che guarda al futuro e io sono fiducioso sul nostro. Abbiamo ragazzi giovani con tanto entusiasmo, gente con il fuoco dentro e molto motivata. Trasmetteranno messaggi positivi alla gente. Nessuna promessa, ma cerchiamo risultati importanti.
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