Caro Granzotto, questa mattina, consegnando leuro al mio edicolante che storce il naso ogni volta che mi vede, gli ho piazzato un sorriso da orecchio a orecchio: anche se piegato in due nellesposizione il mio «Giornale» mostrava infatti Livia Turco intenta e concentrata nel commettere un illecito. Mentre prendevo il primo caffè nel vicino bar mi sono letto lintervista fatta alla Turco sulla sua attività di «pianista». Uscendo e ripassandogli davanti ho buttato là alledicolante: «Niente di che, al rappresentate del popolo scappava la pipì». Se non ci fosse stato traffico avrei potuto sentirlo digrignare i denti.
Stia accorto, caro Barbieri: gli edicolanti sono le persone più gentili e garbate chio conosca, ma se a qualcuno di loro salta la mosca al naso, bé, potrebbero essere guai. Pensi ricevere tra capo e collo lintero stock dei libelli di Travaglio distribuiti dallUnità. Dei mattoni... La Turco. Non spetta me dare consigli, ma io di quella fotografia ne farei un poster da offrire in omaggio ai lettori del Giornale. Come immagine è impeccabile: la molto onorevole ed ex ministra Livia Turco, concentrata, gli occhiali a fil di naso per meglio mettere a fuoco la truffaldina sequenza, incurante di stazzonare, nel gesto atletico di introdurre le manine in due distanti pertugi, lelegante giacchetta del tailleur (una cosuccia di Prada? Chissà) è la perfetta rappresentazione di una sinistra cialtrona, ipocrita, menzognera e lazzarona. Ieri piazza Navona ci fornì la prova sovrana che è fessa. Oggi la Turco ci fornisce quella, altrettanto sovrana, che la sinistra è imbrogliona.
La questione morale. Quanto ci hanno rotto, quanto ci hanno accasciato tutte ste turche e sti turchi «sinceri democratici» con la questione morale? E la centralità del Parlamento? E il rispetto delle regole democratiche? E quello per le istituzioni? E quellaltro rispetto, quello della volontà popolare, sacra e inviolabile? Quante volte i turchi e le turche hanno fatto i saccenti e, agitando il ditino, ripetuto che senza il primato dell'etica la democrazia corre pericoli mortali? Bé, eccoli lì, i moralisti a un tanto al chilo, eccoli lì a razzolare malissimo dopo l'ennesima predicazione del bene. Presi con le mani nei due barattoli della marmellata. Scoperti nel mentre truffano, in un sol colpo, le istituzioni, le regole del vivere democratico e il popolo sovrano. Nell'intervista rilasciata - obtorto collo - alla nostra Paola Setti, la Turco sostiene di essere «serissima». Lo dimostri. Il fotografo lha colta mentre, da consumata pianista, commetteva un illecito votando per sé e per una presunta incontinente collega. Ebbene, quell'azione è eversiva, ovvero mira a sovvertire un ordine che si costituisce nella sede del potere legislativo, il Parlamento. La cui volontà, lo capiscono anche i bambini, figuriamoci le Turco, non può e non deve essere manipolata, non può essere falsata dai «pianisti» in servizio permanente effettivo che con le loro suonate mettono a rischio la democrazia. Se dunque è davvero «serissima», se è - come è - una delle più animose apostole della questione morale, Livia Turco ne tragga le conseguenze.
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