RomaNo, niente firme al buio, fanno sapere dal Colle, ma nemmeno «ostilità preventive». Giorgio Napolitano «non è pregiudizialmente contrario» al decreto sul piano-casa straordinario che il Cavaliere oggi gli sottoporrà, anzi, è «particolarmente sensibile al varo di misure volte a fronteggiare lemergenza economica». Solo che, dopo il dibattito che cè stato «anche nella maggioranza», prima di dare il via libera al decreto vuole leggere la stesura finale del testo. Silvio Berlusconi glielo farà vedere al termine di una colazione di lavoro al Quirinale, alla quale parteciperanno pure diversi ministri, fissata ufficialmente per fare il punto in vista del vertice europeo del fine settimana.
Il Cav però è tranquillo. Il presidente, ha detto domenica a Cernobbio, vedrà che si tratta di «misure di buon senso» e siglerà il provvedimento. Eventualmente le parti più controverse potrebbero essere stralciate e convogliate in un disegno di legge di accompagnamento per un percorso a due tappe. In ogni caso, al di là della solita e irrisolta questione delle prerogative, stavolta il premier sembra sottoporsi volentieri allesame. «Ogni decreto legge deve essere spiegato al capo dello Stato, anche se questa non è la Costituzione ma la prassi». Difficile infatti che su questo argomento scoppi un altro incidente come sul caso-Englaro. Stavolta le visioni sono convergenti, come è apparso nei «contatti tecnici» dei giorni scorsi. Palazzo Chigi vuole un provvedimento «in grado di incidere immediatamente sulla ripresa». E al Quirinale il requisito di «legittimità e urgenza» per legittimare il decreto appare «motivato» dallemergenza finanziaria. Daltra parte, sottolineano sul Colle, Napolitano ha recentemente approvato altri due decreti del governo in materia: quello che garantisce la copertura dei depositi bancari fino a 120mila euro e quello che fissa gli incentivi per la rottamazione delle auto. Napolitano è dunque particolarmente sensibile agli interventi di sostegno alleconomia che hanno «buone ricadute» sul Paese.
Sembrano fugati anche i dubbi sulleventuale scontro di competenze tra Stato e Regioni. Proprio per risolvere questi problemi, rivela Roberto Formigoni, domani il governo incontrerà i governatori. «Ho visto il ministro Raffaele Fitto - racconta il presidente della Lombardia - e ho ribadito quella che secondo noi è la strada più corretta. E cioè, che ci sia un pronunciamento del governo che dia delle linee di indirizzo e che siano poi le Regioni, che hanno la competenza, a legiferare». E niente paura per lambiente.
E venerdì, dopo il disco verde delle Regioni, il Cdm approverà il decreto.
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