Roma - Il pacchetto anticrisi varato ieri dal Consiglio dei ministri potrebbe «spingere» il prodotto interno lordo di mezzo punto, forse un punto percentuale. «Il Pil - spiega Silvio Berlusconi - potrebbe a fine anno risultare migliore, in maniera significativa, rispetto alla previsione attuale di un meno 2%». Alle imprese automobilistiche, aggiunge il premier, è stato chiesto di mantenere gli attuali stabilimenti in Italia, di investire su nuovi prodotti e di rispettare i pagamenti ai fornitori. Il governo, assicura Berlusconi, valuterà eventuali interventi per altri settori in crisi.
L’insieme delle misure decise dall’esecutivo vale due miliardi di euro: un miliardo e 200 milioni per il solo settore automotive (auto, motocicli, ma anche dispositivi ecologici per i mezzi pubblici), e la parte rimanente per gli sgravi fiscali sull’acquisto di elettrodomestici e mobili, e per le misure di sostegno fiscale alle imprese. Ed è stata scelta la strada del decreto legge perché, come osserva il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, «il mercato dell’auto è fermo» in attesa dell’intervento.
Il provvedimento interessa le auto con più di 10 anni, un parco - ricorda Scajola - da 15 milioni di vetture. Rottamando la vecchia auto, si avrà un bonus di 1.500 euro per l’acquisto di veicoli Euro4 ed Euro5, auto a metano o elettriche (il bonus sale a 3.500 euro per i veicoli a bassissimo impatto inquinante). Aumentano i contributi per la trasformazione dei veicoli, da benzina a gpl o metano; arrivano un bonus da 2.500 euro per l’acquisto di veicoli commerciali leggeri e uno da 500 euro per i motocicli entro i 400 cavalli di cilindrata. Infine, il decreto prevede un finanziamento di 55 milioni per l’installazione del filtro antiparticolato nei mezzi pubblici. Confermate le detrazioni fiscali del 20% delle spese per l’acquisto di elettrodomestici e mobili nell’ambito di una ristrutturazione domestica. Sul fronte tributario, viene introdotta la «fiscalità di distretto»: le imprese potranno optare per una tassazione valida per un intero distretto industriale ai fini Ires. Infine, nuove norme fiscali sulla rivalutazione degli immobili strumentali.
Nessun problema per la copertura finanziaria del decreto, assicura Giulio Tremonti. «Il problema è spendere i soldi che ci sono, in quantità enorme, e non di mettere più soldi nel bilancio», osserva il ministro dell’Economia. Parte delle risorse necessarie dovrebbero giungere dai finanziamenti per la legge 488 (i contributi alle imprese), e in parte il decreto si autofinanzierà. Intanto gli aiuti all’auto dovrebbero ridurre la cassa integrazione di 11 milioni di ore nel 2009, con un risparmio di 500 milioni di euro. In assenza di incentivi, ci sarebbe poi stata una riduzione dell’Iva di 700 milioni, e un minor gettito fiscale di 1,2 miliardi. Tremonti conferma che nel periodo 2007-2010 il debito pubblico crescerà del 5,9%, comunque meno della media europea. Gli oneri degli altri Paesi Ue sono per lo più legati ai salvataggi bancari: «Ce ne sono stati già più di trenta in Europa», ricorda il ministro dell’Economia, e per vederne altri ogni weekend è buono.
Gli incentivi per l’auto sono stati delineati «in totale coerenza» con le indicazioni dell’Ue, e nella consapevolezza che molti Paesi europei hanno deciso piani di sostegno al settore. «Non abbiamo ceduto a tentazioni protezioniste o stataliste, come altri hanno fatto – aggiunge Berlusconi –. Il tutto è stato fatto nel rispetto del mercato e delle regole di concorrenza. E non abbiamo ceduto sui conti pubblici: l’avremmo pagato con maggiori interessi sul debito». Ora – dopo il decreto per le banche e quello appena varato per il sostegno all’industria – resta da approntare la terza gamba della strategia anticrisi: il pacchetto di ammortizzatori sociali. Continua il confronto con le Regioni sulle risorse europee, ma il governo conferma l’intenzione di mettere sul tavolo 8 miliardi di euro complessivi per il biennio 2009-2010.
Confindustria e Cisl apprezzano le misure del governo, «importanti e frutto del dialogo», dice il segretario della Cisl Raffaele Bonanni.
Emma Marcegaglia le definisce «un passo importante», anche se la Confindustria chiede un impegno più vasto. Presto arriverà anche l’esame europeo: Tremonti porta il provvedimento a Bruxelles già all’inizio della settimana, ai tavoli dell’Eurogruppo e dell’Ecofin.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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