La Borsa chiude in netto calo una seduta che ha segnato la rottura di una serie positiva per tutti i mercati azionari. A fine giornata il Ftse Mib cede l'1,98%, in linea con gli altri listini del vecchio continente, mentre a Wall Street si registrano ribassi attorno all'1% dopo i dati macro deludenti e le dichiarazioni preoccupate del numero uno della Fed Ben Bernanke. Le vendite non hanno risparmiato nessun comparto ma si sono particolarmente accanite su industriali e tecnologici; contrastati i bancari. Su molti titoli hanno avuto una forte influenza le variazioni di giudizio da parte delle banche d'affari che hanno diffuso nuovi «report». In aumento, dopo il ponte del 2 giugno, i volumi dell'attività, che oggi ha riguardato quasi un miliardo di azioni per un controvalore di 2,7 miliardi di euro. Unicredit, il titolo più scambiato del listino con oltre mezzo miliardo di controvalore, ha registrato per buona parte della seduta un andamento in controtendenza, grazie all'upgrading di Morgan Stanley che invece era stata più severa con gli altri istituti quotati in Piazza Affari; nel finale però le performance negative del settore in tutta Europa sulla scia di Wall Street hanno penalizzato anche il titolo di piazza Cordusio che è riuscito a perdere meno della media (-0,57%) ma non a mantenersi positivo. Le cose sono andate meglio a Fonsai, che ha chiuso a +0,65% una seduta tutta in controtendenza; ma sono le due sole eccezioni di un comparto finanziario tutto negativo (Intesa Sanpaolo -2,62%, Mediobanca -1,94%), Generali -1,6%). Peggio hanno fatto i titoli industriali, con Fiat a - 2,41% e soprattutto Pirelli a - 3,38%: entrambi i titoli risentono delle prese di beneficio che a livello internazionale colpiscono il settore auto dopo i recenti rialzi. Enel fra gli energetici cede il 2,91%, mentre sale in controtendenza solo Snam Rete Gas (+0,5%) mentre A2a festeggia con una limatura dello 0,07% la nomina del nuovo consiglio di sorveglianza guidato da Graziano Tarantini.
Le Borse estere.Le borse europee chiudono in calo sulla scia dei timori legati alla congiuntura nella zona euro e dei segnali poco incoraggianti in arrivo dagli Stati Uniti dove gli ultimi dati macro hanno deluso le attese. A pesare è il comparto bancario con Barclays in calo del 5%, Ubs del 4,2 e Deutsche Bank del 3,9.
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