Piazza Bainsizza: aumentate le cubature nell’ex deposito

Sulla colata di cemento che sommergerà l’ex deposito Atac di piazza Bainsizza, al quartiere Delle Vittorie, sembrano esserci ormai pochi dubbi. E nonostante le proteste dei residenti e dell’opposizione di centrodestra sia in municipio (il XVII) sia in Comune, il progetto di riqualificazione del Campidoglio - che prevede in larga parte nuova edilizia residenziale (uffici, abitazioni, negozi) nell’area di 15.500 metri quadrati ceduta ad Atac nel 2002 - avanza inesorabile.
Dal 14 al 16 novembre scorso, presso l’ex Fiera di Roma, si è riunita la giuria del Concorso internazionale di architettura «Rimesse in gioco-Depositi di Idee» presieduta da Gabriella Raggi direttore dell’U.O Interventi di Qualità dell’XI Dipartimento. Scelto nell’occasione il progetto vincitore (sui nove in gara) per il Deposito Vittoria, quello presentato dal capogruppo Giuseppe Ciorra, che dovrà dare le linee guida a chi si aggiudicherà l’appalto dei lavori.
A nulla è valsa quindi la protesta del 9 novembre, quando il presidente della federazione romana di Alleanza nazionale Gianni Alemanno , proprio in piazza Bainsizza chiese la sospensione del concorso bollando l’operazione come una «speculazione edilizia giustificata con la scusa del dissesto finanziario di Atac».
«An dice falsità e fa demagogia - fu la dura replica dell’assessore comunale all’Urbanistica, Roberto Morassut -. Il progetto passa attraverso un percorso partecipativo già avviato dal XVII Municipio». Un’affermazione, quella sul coinvolgimento dei cittadini, che però i residenti rigettano. Perché la grande assente in questo affaire del Deposito Vittoria sembra essere proprio la chiarezza. Una chiarezza che manca fin dal bando del concorso, in cui le finalità di utilizzazione dell’area rimangono piuttosto oscure, così come le indicazioni sulla volumetria massima consentita. Informazioni che però compaiono magicamente lo scorso 17 settembre durante l’assemblea pubblica (l’unica finora) nella sala consiliare del Municipio, presenti Morassut e il presidente Antonella De Giusti.
Quando un cittadino chiede alla responsabile del progetto, Gabriella Raggi, maggiori informazioni in merito, quest’ultima risponde così: «La superficie di progetto complessivo - si legge nel verbale dell’assemblea - è di circa 15.200 metri quadrati, con un incremento del 20 per cento che porta a una superficie utile di 18.200 metri quadrati, ripartiti in residenza (circa 8.500 metri quadrati), servizi privati (circa 7.500 metri quadrati) articolabili in uffici, studi professionali, ateliers, commercio di vicinato, (…). Servizi privati (circa 2000 metri quadrati), servizi pubblici (circa 3000 metri quadrati per asili nido e uffici per il municipio) e verde pubblico (7.500 metri quadrati)». Per un totale di 28.500 metri quadrati contro i 18.000 prima indicati.
Come se non bastasse, alla stessa persona che domanda il perché della superficie eccedente e «quale è, in termini di cubatura, l’ingombro volumetrico dei fantasiosi edifici che si vogliono cedere ai privati e quindi la loro altezza dal suolo», l’architetto Raggi «ha preferito non dare alcuna risposta».
Forse perché la spiegazione è quella azzardata da An e che emerge anche dalle carte: oltre ai 18.000 metri quadrati del deposito Atac il cemento inghiottirà anche gli 11.000 metri quadrati della retrostante area verde di proprietà dell’Ater (dove ora figurano un parco giochi e un centro anziani), con una volumetria complessiva che arriverebbe a 67mila metri cubi. Una tesi che si sposa con un finto mistero: i nove progetti vengono selezionati a metà novembre (dopo essere stati esposti al liceo Mamiani dal 24 al 27 ottobre).


Eppure già a settembre, due mesi prima, i tecnici del Comune elencano nel dettaglio la destinazione delle quote di superficie. Una semplice casualità, o magari un mix funzionale già rigidamente prestabilito dal Campidoglio al quale i partecipanti al concorso (come sostiene il comitato cittadino Della Vittoria) non hanno potuto che attenersi.

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