Roma

Piazza Navona: no ai pittori, sì ai manifestanti

Il gioiello barocco della Capitale «offerto» dal prefetto ai sindacati in cambio della rinuncia ai cortei

Valeria Arnaldi

Piazza Navona ai manifestanti. Dopo lo sgombero di pittori e ritrattisti, la piazza barocca diventerà una delle aree destinate a ospitare sit-in e manifestazioni di protesta. Queste le intenzioni della Prefettura, che, entro fine mese, dovrebbe firmare con le segreterie romane dei sindacati il nuovo protocollo d’intesa sui cortei. Il precedente documento, siglato nel maggio 2004, impegnava le parti «per non creare eccessivi disagi ai cittadini, ad evitare (salvo casi eccezionali) di far transitare o confluire i cortei... a Piazza Venezia, Lungotevere e Piazza Santi Apostoli». L’evidente fallimento di quello che era solo un accordo tra gentiluomini, quindi non vincolante, ha spinto il prefetto Achille Serra a mettere sul tavolo delle trattative un’offerta che i sindacati non potranno rifiutare. Chi rinuncerà ad effettuare cortei di protesta sarà compensato con il diritto a manifestare in piazze prestigiose del centro storico, vicine ai palazzi istituzionali. Piazza Navona non poteva che essere in cima alla lista delle «contropartite», vista la vicinanza al Senato, la centralità e le bellezze. Così striscioni e bandiere sventoleranno all’ombra della Chiesa di Sant’Agnese in Agone realizzata dal Borromini e a quella della fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini.
Innumerevoli i rischi che si accompagnano alla proposta. Le tracce delle ultime manifestazioni sono ancora ben evidenti nelle strade del centro, nei disegni realizzati con la vernice spray su asfalto, sampietrini e mura dei palazzi. E si tratta di danni «lievi». In passato, non ne sono mancati, infatti, di più gravi, con le fontane ed i monumenti del centro trasformati in bersagli. La Prefettura, però, sembra essere conscia del rischio. In piazza, sarà, predisposto un presidio fisso delle forze dell’ordine, volto a garantire la sicurezza in caso di agitazioni, ma anche il rispetto del provvedimento di sgombero, affinché gli ambulanti abusivi non prendano il posto di quelli «sfrattati» con tanto di regolare concessione. Un ulteriore presidio dovrebbe essere dato come «scorta» ai pittori, massimo 15, che dovrebbero essere spostati a piazza Campo de’ Fiori. La piazza, inizialmente esclusa dai funzionari a causa degli episodi di violenza di cui è stata teatro, dopo il benestare del sindaco Walter Veltroni, è tornata al vaglio di Comune e I Municipio. Rimane, però, la pericolosità legata alla presenza di vandali che, spesso, di notte, giocano a calcio, o meglio a tirare pallonate contro vetrine e vetri dei palazzi. Secondo le istituzioni, la presenza dei pittori potrebbe essere un valido strumento per «calmare» la zona, riuscendo laddove vigili urbani e forze dell’ordine hanno fallito, ma non si esclude che, invece, i cavalletti possano diventare improvvisati bersagli. «Mantenere l’ordine non è nostro compito», spiegano i pittori, ben decisi a non trasferirsi a Campo de’ Fiori, dove, peraltro, potrebbero lavorare solo dopo le 16, a causa del mercato mattutino. Il consiglio del I municipio si divide. L’opposizione ha proposto una mozione per far restare gli artisti in piazza, che oggi sarà sottoposta al voto del consiglio. Si tratta, però, solo di un atto formale, che non influirà sulla decisione del Comune. La prossima settimana, intanto, gli ambulanti regolari saranno trasferiti nelle vie di accesso ai quattro angoli di piazza Navona. I pittori dovrebbero, invece, essere divisi in gruppi, dei quali il più consistente sarà posizionato in piazza Campo de’ Fiori, gli altri a ponte Sant’Angelo, ponte Sisto e piazza Trilussa. Non si escludono ulteriori postazioni - ciascuna per 2 o 3 pittori - nelle vie intorno a piazza Navona, anche se in questo modo la sicurezza tornerebbe ad essere messa in discussione.

Cavalletti e bancarelle restringerebbero, infatti, le eventuali vie di fuga dalla zona.

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