Picchiato a 13 anni perché immigrato

da Pavia

«Mi hanno picchiato e insultato. Me la sono vista brutta, ma non avrei paura a ritrovarmi di fronte a loro». Lo ha detto questa mattina il tredicenne, originario del Marocco, che alcuni giorni fa è stato rinchiuso da quattro ragazzi italiani negli spogliatoi del campo sportivo della frazione Lambrinia di Chignolo Po (Pavia), e qui preso a sberle e a insulti.
Un episodio a sfondo razzistico sul quale stanno indagando i carabinieri. Per il momento si è saputo che sono stati identificati e denunciati (per violenza, minacce e lesioni) solo due degli aggressori, di 16 e 13 anni, che facevano parte della baby-gang: gli altri due complici devono ancora essere individuati anche se i militari sono già sulle loro tracce. Al momento si sa che anche loro sono minorenni e che hanno più o meno la stessa età della loro vittima. Gli investigatori sono convinti, inoltre, che i quattro adolescenti siano stati i protagonisti di un episodio analogo ai danni di un altro ragazzo della zona, questa volta italiano.
Oggi il giovane marocchino è tornato a raccontare l'episodio del quale è stato vittima. Assieme ad altri coetanei stava giocando al campo sportivo di Lambrinia. Il ragazzino immigrato è stato l'ultimo a uscire dal campo ed è salito in sella alla sua bici per fare ritorno a casa. Ma quattro ragazzi italiani gli si sono avvicinati e dopo aver chiuso il cancello del campo sportivo l'hanno sospinto negli spogliatoi. Mentre uno lo prendeva a sberle, un altro gli ha strappato la bici dalle mani. «Se vuoi riaverla - gli hanno detto - devi fare davanti a noi flessioni, ballare e fare la verticale. Sei un negro, devi tornare a casa tua».
Un comportamento intimidatorio, che però non ha piegato l'orgoglio del marocchino, il quale si è ribellato: non ha accettato la prepotenza e ha reagito. La banda di teppisti a quel punto ha deciso di lasciar perdere.
Hanno gettato a terra la bicicletta e se ne sono andati.

Il ragazzino tredicenne in un primo momento non ha raccontato nulla ai genitori. Poi però è scoppiato a piangere e, piuttosto scosso, ha descritto al padre quanto era successo. L'uomo si è rivolto al carabinieri di Chignolo che hanno immediatamente avvisato la Procura dei Minori di Milano.

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