Pickwick Quando Baricco era come re Mida

CARTEGGIO Ritorna anche l’importante scambio di lettere con Boris Pasternak

Nel 1994, il romanziere Alessandro Baricco (nella foto) conduce un programma dedicato alla letteratura dal titolo «Pickwick, del leggere e dello scrivere», affiancato dalla giornalista Giovanna Zucconi. La trasmissione è un successo, e Baricco diventa quasi un caso di costume a cui è dedicata una infinita serie di articoli benevoli o malevoli. Baricco va alla riscoperta dei classici della letteratura: Omero, Calvino, Flaubert, Conrad, Melville, Svevo. A Baricco riesce di rispedire in classifica «Il giovane Holden» di Salinger e «Una donna virtuosa» di Kaye Gibbons. Ma in generale tutti i titoli citati da Baricco si «muovono», al punto che diversi articoli dell’epoca testimoniano una novità: il lettore che chiede al commesso della libreria il romanzo di cui non ricorda esattamente il titolo ma che ha sentito nominare in televisione dall’autore di «Oceanomare». Naturalmente non sono tutte rose e fiori. I critici affilano le armi sui giornali. E giù ironia sulle «maniche rimboccate» del conduttore che «piace alle ragazzine» e «banalizza» i libri col suo «snobismo populistico».

Anche se poi a qualcuno, al contrario, sembra «un professorino» che vuole «impartire lezioni culturali» e risulta alla fine «un po’ stucchevole». Comunque i lettori hanno scelto: tra il professorino e i professoroni preferiscono il primo.

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