Piero Chiambretti: "Chiudo il Night e vado in prima serata"

Lo showman al lavoro per un nuovo format in autunno su Canale 5: "Cambio scenario ma avremo sempre ospiti, comicità e musica. Ferrara? Gli invidio “Qui Radio Londra”"

Piero Chiambretti:  
"Chiudo il Night  
e vado in prima serata"

Piero Chiambretti è angosciato per davvero. E prima di concedere l’intervista impone una premessa. «Lo tsunami e il rischio nucleare da una parte, la guerra dall’altra... Non vorrei che i Maya ci avessero azzeccato. Con i venti di guerra che in queste ore ci opprimono, la guerra degli ascolti è talmente relativa che diventa difficile parlare di televisione».
Che cosa sarebbe disposto a fare per scongiurarla?
«Nel mio piccolo sarei ben lieto di perdere tutte le serate contro chiunque pur di vivere in pace. In sintesi preferirei essere in guerra con Publitalia, ma in pace sulla terra».
Intanto, facendo un bilancio, questa è la sua miglior stagione.
«Non lo so. Come nel calcio ogni stagione fa storia a sé. Quest’anno abbiamo fatto tanti gol e ne abbiamo presi pochi».
Una stagione consacrata dal premio Oscar Tv…
«È un premio che fa sempre piacere ricevere. Con Chiambretti Night è il secondo, in carriera ne ho presi altri otto. Speriamo che l’anno prossimo mi regalino Daniele Piombi».
Per mantenere la metafora calcistica, anche Ibrahimovic ha disputato la sua miglior stagione, ma a lui hanno dato tre giornate di squalifica, a lei sei puntate in più.
«Con Ibrahimovic per un po’ abbiamo condiviso lo stesso albergo: piani, stanze e quantità di cibo ingurgitato diverse. Ma alla fine vinco io sei a tre».
Dovesse salvare tre serate di quest'anno, quali metterebbe nel suo Ipad?
«Primo Valentino Rossi. È venuto gratis, ha tenuto la battuta per la registrazione di due puntate. È bravo anche senza moto. Poi Julio Cesar, uno dei più grandi portieri al mondo. Vederlo piangere per i suoi successi è stato commovente. Terza Monica Bellucci, da cinque anni non andava in tv e, parlando della donna regina di Francia e d’Italia, abbiamo scoperto una Bellucci inedita: cinque chili in più».
Ha avuto anche Morgan, Moggi. E Corona?
«È già venuto anche lui. Non ci siamo fatti mancare niente. Ma Corona era in collegamento. Uscito dalla nostra finestra si è infilato in quella di Avetrana».
A Belen le polemiche sulle notti all’Hollywood hanno portato bene: Sanremo, Montalbano, ospite di Baudo per l'Unità...
«A Belen non manca niente. Solo il telefono dello spot».
Sostituita da Bianca Balti, anche lei una vostra numero Uno.
«Bravissima e bellissima. Ha dimostrato, come dice lei, che nella vita ci vuole anche un bel culo».
A proposito di Unità d’Italia, sperava di ospitare Totti.
«Il sogno di tutti i talk show è avere Totti e magari anche la moglie. Stimo il Pupone sia come calciatore che come attore».
Con Ilary Blasy compone una coppia che molti paragonano a Sandra e Raimondo.
«Quando lui gioca in casa e lei è sulla tribuna di Monte Mario, l’Olimpico diventa una grande Casa Totti. Sandra e Raimondo erano bravi e attori. Totti e la Blasi sono semplicemente come sono: Francesco e Ilary».
Il successo del suo programma è più merito della verve di Chiambretti o del circo di personaggi del Night?
«Il successo va diviso a fette come la torta della nonna. Io sono il pasticciere, però senza uova, mele e farina la torta non riesce. Metà è merito mio, l’altra metà del forno».
Perché ha deciso di abbandonare il Night?
«Perché non si vive solo di notte. Mediaset mi ha chiesto di pensare un programma in prima serata e io ci sto lavorando per avere due titoli nel cilindro da far girare durante l’anno».
Cosa pensa del fatto che i big della tv temono il rischio flop. Fiorello l'ha anche scritto.
«Un programma notturno e un programma sul satellite sono diversi. Non ho paura del flop, ma solo dei cataclismi veri come quello giapponese. Ti chiudono anche se vai, male, in seconda serata. Io l'ho scelta perché congeniale al mio spirito. Se avessi voluto proteggermi, sarei andato sul satellite».
Qual è l’evento tv dell'anno?
«Sono stati due: Vieni via con me con Benigni e il Festival di Sanremo con Benigni. Benigni va sempre bene».
Potrebbe essere un numero uno di Chiambretti.
«Sarebbe una rivoluzione, ma credo che gli scenari di Mediaset non siano i preferiti dal Roberto nazionale».
È abbastanza anticonformista da accettare il rischio.
«In un gioco con Benigni mi piacerebbe partecipare al duetto, non esserne l’adulante osservatore. Potrei fare il cavallo, per cominciare».
È un invito?
«È un invito metaforico, perché so benissimo che le uscite di Benigni sono centellinate e tutte targate Rai. L'ultima volta che è venuto a Mediaset era per un Telegatto: preistoria. Forse è più facile avere il suo agente Lucio Presta».
Contento del ritorno di Ferrara?
«Gli ho sempre invidiato l’impianto di Qui Radio Londra. Ogni volta che si è parlato di un programma cui ispirarsi ho citato il suo: un programma bonsai, adattissimo a taglie piccole come la mia».
Ci confessi una sua perversione televisiva.
«Segretamente guardo Cinematografo di Gigi Marzullo e anche la sua rubrica dedicata al teatro. Un programma che non farei mai così, ma che va bene così».
Quindi Chiambretti, arrivederci all’autunno in prima serata?
«Sì, Maya permettendo. Se trovo un’idea, subito a settembre. Altrimenti a gennaio. La prima serata mi incuriosisce. Di sicuro Chiambretti Night il 9 aprile chiude la sua esperienza in seconda serata per dare appuntamento a tutti in prima».


In zona one man show?
«Tutti i personaggi sanno fare, bene o male, sempre lo stesso programma. Magari solo cambiando il titolo. Credo sarà un programma con ospiti, giornalismo, comicità, musica. Con scenari e contesti nuovi».

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