Del Piero-Vieri, Italia grande contro nessuno

Ottima prova dello juventino, osannato dal pubblico e motore azzurro. Alla fine dice a Lippi: «Siamo tutti in corsa per un posto»

Marcello Di Dio

nostro inviato a Lecce

Se Lippi voleva dare stimoli a Del Piero, c'è riuscito benissimo. Nella serata di Lecce, con lo stadio pieno grazie all'iniziativa «prezzi stracciati» della Figc, segnale d'amore verso la nostra nazionale, lo juventino è uno dei protagonisti principali in una squadra bella solo a tratti: assist, accelerazioni importanti, grinta forse eccessiva visto che rimedia pure un cartellino giallo. La sua prestazione, insieme ai gol di Vieri e Gilardino (toh, chi si rivede!), ci evita una figuraccia con la Moldova cenerentola del girone. Proprio Bobo e Gila, quelli che non vivono certo un momento di grazia, ma che Lippi aveva elogiato ritenendoli «elementi validi che presto si riprenderanno». Fiducia subito ripagata: Vieri cancella un'astinenza in azzurro che durava dall'aprile 2004 e si fa perdonare la figuraccia di Palermo, segnando addirittura due volte (ma nel primo caso gli viene fischiato un fuorigioco inesistente); Gilardino, in appena 24 minuti di match, torna a far gol in una stagione nella quale era fermo a quota due centri con il Milan. Ed ecco confezionata la vittoria numero sette del girone, vinto largamente dagli azzurri con 23 punti, a dimostrazione della pochezza delle avversarie. La nazionale numero 17 di Lippi non è certo fra le migliori di quelle viste in quindici mesi, ma l'attacco dà almeno risposte confortanti rispetto alla partita con la Slovenia. Tranne Iaquinta, che paga forse una posizione in campo non sua ed è l'unico rimandato della serata sul fronte offensivo.
La partita non aveva grande importanza, è vero, ma alcuni presunti rincalzi azzurri hanno fatto rimpiangere i titolari. Il centrocampo non regala acuti particolari, fatta eccezione per un De Rossi che schierato nel primo tempo da regista come nella Roma, risponde alla grande. Tra l'altro un suo tiro dal limite esalta le doti di Pascenco. La difesa non è mai in affanno, anche se riesce a donare due conclusioni all'ottimo Covalciuc (bravo De Sanctis, al suo esordio da titolare dopo i 45 minuti di Padova con l'Islanda a marzo) e a concedere il gol a Gatcan. Manca la spinta consueta di Grosso, Diana non convince del tutto né a centrocampo né nell'inedito ruolo di terzino destro, meglio Zambrotta nel finale (il miglior periodo degli azzurri) che fa valere la sua esperienza. Pirlo rimane in tribuna e in pratica scompare quasi la presenza milanista in azzurro, dopo il caso Nesta meglio non creare altri contrattempi.
Ci vogliono 24 minuti per vedere qualcosa di importante ed è il gol azzurro ingiustamente annullato a Vieri: la punizione di Del Piero si stampa sulla traversa grazie alla deviazione del portiere Pascenco, il milanista devia di testa e mette dentro, ma il guardalinee Bertino segnala un fuorigioco che in realtà è di Iaquinta. La Moldova fa finta di giocare, l'Italia non ne approfitta. Se non nel finale scintillante nel quale Vieri sfrutta l'assist di Del Piero e la sponda di De Rossi e Gilardino, dopo il break moldavo, approfitta del tocco involontario di Catinsus. Nel pomeriggio Marcello Lippi era tornato sull'argomento Del Piero, che il ct aveva indicato tra i non certi per il Mondiale: «Alex è un ragazzo intelligente, sa che è ancora presto per conoscere una rosa completa per il Mondiale. Io delle idee ce l'ho, dopo 15 mesi sarebbe strano il contrario». La risposta di Del Piero a fine match non lascia adito a dubbi: «Caro Lippi, qui siamo tutti in corsa per un posto ai Mondiali».
Intanto domani ci sarà un incontro nella sede della Federcalcio tra il ct, i vicepresidenti Abete e Mazzini e il responsabile organizzativo Vladovich.

Primo punto all'ordine del giorno, l'allestimento della seconda amichevole di novembre: dopo la trasferta in Olanda il 12, l'Italia giocherà il 15 o il 16 contro una formazione africana qualificata a Germania 2006. Quasi certamente sarà la Costa d'Avorio e la sede potrebbe essere o una città italiana o, ipotesi suggestiva alla quale si sta lavorando, in Francia a Monaco o Parigi.

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