«Con Di Pietro? Mi intendo a gesti»

Se le sue scelte politiche avessero rispecchiato la sua carriera calcistica, Antonio Cabrini si sarebbe trovato in Rifondazione comunista. Invece, l’ex terzino sinistro della Juventus e della Nazionale, con un contropiede ha stupito tutti, annunciando che scenderà in campo con il partito di Di Pietro.
Che sorpresa è questa? Come un portiere che fa gol...
«In realtà ho solo ripreso un vecchio discorso. Nei primi anni Novanta ero consigliere comunale a Bologna e la passione politica mi è rimasta».
Di Pietro allora era fresco di addio alla toga...
«E io ero consigliere di minoranza con la lista civica di centrodestra di Gazzoni Frascara, l’allora presidente del Bologna. Era una città “rossissima”, eravamo una minoranza assoluta».
Ora invece passa dall’Italia Mundial all’Italia dei valori. Perché questa scelta?
«Perché è un partito di rottura e perché mi hanno dato questa possibilità».
Il filosofo ce l’hanno, la hostess ce l’hanno, il pm ce l’hanno doppio. Il calciatore manca...
«Ho parlato con Stefano Pedica (il segretario Idv Lazio, ndr), avevano bisogno di un referente sportivo».
Voi sportivi andate forte: il portiere Galli candidato sindaco a Firenze, il canoista Perri sindaco Pdl nella Cremona dove anche lei è nato. Non le va stretto questo ruolo di responsabile regionale dello sport?
«Grande il mio amico Oreste Perri! Sono contento per lui. Comunque è vero, gli sportivi si danno da fare. Anche la politica ha bisogno di facce nuove. Ma io non ho manie di grandezza».
Lei ha giocato e allenato da Novara a Crotone, ma mai nel Lazio. Come farà a essere il responsabile regionale?
«Conosco le dinamiche dello sport e so che qui ci sono problemi grossi da risolvere. E poi Coni e Figc hanno sede a Roma... ».
Che c’azzecca il Bell’Antonio con il Tonino nazionale?
«Mi piace il suo carattere sanguigno. Non è un politico, è un personaggio d’impatto. E poi apprezzo che non ragioni per partito preso e anche se all’opposizione non dica sempre no».
In verità le volte in cui Di Pietro non contraddice il governo si contano sui mignoli...
«Sì, be’, ma motiva sempre le sue posizioni. E poi è uno che guarda alla gente, mentre altri litigano per cavolate».
Tipo il gossip sul premier?
«Invenzioni o verità, non mi interessa. Io penso che si debbano guardare i risultati di una persona, non la sua vita privata. All’operaio Fiat non interessa con chi va a letto Berlusconi».
All’opposizione sì.
«Non sarà né il primo né l’ultimo scandalo. In Italia ricordiamoci che c’è il Vaticano. Comunque finirà in un bicchiere d’acqua».
La sua storia d’amore con il calcio è proprio finita?
«Non punto il dito contro nessuno, però nel pallone ci sono troppi compromessi che non mi piacciono».
È la stessa cosa che dice Di Pietro della politica...
«Eeeeh, lo so. La correttezza non paga, non sono adeguato a questi tempi».
Non dica così, è pure andato all’«Isola dei famosi»...
«Quello l’ho fatto perché mi divertiva e mi dava l’opportunità di far conoscere il Cabrini uomo e non solo calciatore».
E il libro che ha scritto? «Ricatto perfetto»: un’anticipazione delle vicende di escort di questi giorni?
«Anche quello un divertimento. Avevo tanto tempo libero».
Lei ha allenato la nazionale della Siria. Più difficile capire loro o il dialetto di Di Pietro?
«Ah ah! Di Pietro è più facile: lui si aiuta coi gesti! Il siriano dice una cosa e ne fa un’altra».
Più o meno come i politici d’oggi. Senta, lei ha tirato un rigore in una finale mondiale. Che responsabilità altrettanto importante si prenderebbe ora?
«Rendere obbligatoria l’educazione sportiva nelle scuole. La politica io la vedo così: concreta. Dicono tutti di sapere come si può ribaltare la situazione mondiale di crisi. Solo parole. Non lo sa fare nessuno a prescindere dal partito. Si può solo lavorare per migliorare un po’».


Uno nato nella cascina Mancapane non può che scegliere il basso profilo. Ma poi non è che si metterà in testa di vincere qualcosa anche in politica?
«Il mio sogno è essere eletto alle Regionali del 2010. Miro a fare poche cose, ma buone. I mondiali si vincono pallonata dopo pallonata».

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