Dopo il ricco buffet nella terrazza dell’Hotel Majestic di via Veneto in attesa delle prime proiezioni, i vertici dell’Idv speravano anche in un’abbuffata di voti. La soglia simbolica per il partito di Di Pietro era quella dell’8%, che doppia i numeri dell’Idv alle politiche del 2008. E il risultato diffuso a notte fonda sembra saziare gli appetiti elettorali dell’Idv, che piazzandosi all’8,6% di consensi supera abbondantemente la fatidica soglia dell’8%, anche se vede sfumare i sogni del 10-11% fatti balenare dai sondaggi interni ancora solo qualche settimana fa. L’Idv cresce di molto, raddoppia i voti e con l’8,6% guadagna sette seggi nel Parlamento europeo. Nel partito però si fa il confronto non tanto con il 4,3% del 2008, ma con le scorse europee, quelle del 2005, in cui l’Idv (allora apparentato con Occhetto) raccolse solo il 2,1 per cento. Da questa angolazione il risultato provvisorio dell’Idv appare ancora di più un successo storico, e così lo salutano i vertici dipietristi riuniti sulla terrazza romana. «Abbiamo triplicato i voti, forse di più» si sbilancia il capo dei senatori Idv, Felice Belisario. Come da copione lo stato maggiore dell’Idv si richiama alla prudenza per le cifre ancora incerte per tutta la sera. Ma nessuno tra i deputati e senatori riesce a nascondere l’euforia per le percentuali che appaiono sui monitor. L’inviato di SkyTg24 chiede a Luigi De Magistris, eletto quasi certamente a Strasburgo («Mi dicono di un grosso risultato personale per De Magistris» dirà poco dopo Di Pietro), se ha sentito il «boato» sulla terrazza del Majestic al momento della diffusione delle prime proiezioni: «Io il boato non l’ho sentito, ma certo siamo l’unico partito che cresce nell’opposizione. La gente ha capito che siamo l’unica alternativa a questo sistema castale del potere». Aria di vittoria anche per la senatrice Giuliana Carlino: «Ci premiano perchè non abbiamo candidato professionisti della politica. In Lombardia supereremo il 10 per cento».
E il leader Di Pietro? Parla per la prima volta con i cronisti poco dopo le 22, ma per dire che non parlerà fino a mezzanotte. Però quando escono le proiezioni che danno il suo partito all’8, un’ora prima della mezzanotte, Tonino parla eccome: «Il confronto ora è tra Idv e Udc» annuncia Di Pietro, che già ragiona sul dopo. «Il Pd dovrà decidere con chi allearsi. Abbiamo ascoltato con molta attenzione Pier Ferdinando Casini in questi giorni e ci siamo resi conto che lui ha posto un aut-aut al Pd: o con me o con l’Idv. E quindi ora il confronto sarà tra Idv e Udc. Pd e Idv possono costruire una vera alternativa. Noi non siamo il brutto anatroccolo da usare per le elezioni e poi buttar via. Finora ci hanno mal sopportato ora si devono rendere conto che c’è un partito che punta alla alternativa». Insomma Di Pietro, forte del successo, alza il tiro, sfida l’Udc e si propone come alternativa di governo: «A noi toccherà fare i fondatori di una nuova coalizione - dice il leader -: vedremo i programmi e le persone, e costruiremo un’alternativa migliore al governo berlusconiano». Di Pietro annuncia anche una fase congressuale dell’Idv che porterà a modificare anche il simbolo del partito: «Il 22 giugno l’Idv riunirà l’esecutivo nazionale in cui spersonalizzeremo totalmente il partito togliendo il nome del suo fondatore dal simbolo» promette Di Pietro.
Esulta anche Leoluca Orlando, deputato Idv ma anche capolista in Sicilia per le europee.
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