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Pillole di vaudeville per bravi attori

Muovendosi all’interno della polimorfa complessità dei sentimenti non comuni e non convenzionali, lo spettacolo-collage Altri amori, diretto da Marcello Cotugno (al teatro dell’Angelo fino a domenica), si presenta come un monitoraggio attento, ironico, garbato ma pur sempre graffiante di situazioni, profili umani, spaccati sociali, emotività, interni familiari e affetti che riferiscono di un universo gay dove la fragilità dei rapporti e, di contro, il bisogno dell’altro rappresentano le due facce di una stessa medaglia. Articolato su una partitura di corti drammaturgici che - come già succedeva nella versione presentata l’anno scorso in seno alla rassegna Il Garofano Verde curata da Rodolfo di Giammarco al Belli - portano la firma di sei autori (Alessandro Fea, Serenella Martufi, Carla Giulia Casalini, Franca Zucca e Allegra De Mandato), questo curioso lavoro è anche però una carrellata di stili di scrittura e di generi teatrali diversi, tenuti insieme dalla pastosa regia di Cotugno (ritmo sostenuto, musica sempre adeguata, semplicità delle soluzioni sceniche adottate nei momenti di passaggio da un quadro all’altro) e dalla buona resa degli interpreti, chiamati a una non facile prova di «velocità» ed eclettismo. E se Bianca Nappi e Paolo De Vita possono risultare a tratti forse eccessivamente enfatici; ottimi ci sono parsi invece Cloris Brosca e Davide Gagliardini, un giovane attore romano già più volte apprezzato, e dotato di indiscutibile talento.

Tutti capaci, comunque, di comporre un mosaico di vita e di vite dove la varietà regna sovrana: i prediletti dialoghi e monologhi di «autodenuncia» si alternano infatti qui a brevi storie di sofferenza estrema così come, viceversa, a godibili «pillole» di vaudeville.

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