Alessia Marani
«Ho sentito un boato fortissimo, mi sono affacciato alla finestra e ho visto le fiamme altissime. Mi sono spaventato, ho telefonato al 112 poi sono subito corso di sotto. Il piromane aveva colpito anche sotto la mia casa». Racconta tutto dun fiato Fabrizio M., 57 anni, uno dei residenti di via Genazzano, strada di Tor Pignattara dove ieri notte sono bruciate altre tre vetture, divorate dal fuoco insieme con due motorini e una motocicletta parcheggiati sul marciapiede di fronte. E girato langolo, su largo Battipaglia, proprio nel piazzale davanti allingresso del centro okkupato «Forte Prenestino», ecco unaltra Audi 80 grigia vecchio tipo finire in cenere insieme a uno scooter che era stato assicurato con una catena alla palizzata di ferro. Scene di ordinario panico e follia nella Roma by-night assediata come non mai dallincubo dei piromani: più di duecento i veicoli e le due ruote ridotte a carcasse di lamiere dal pazzo incendiario in appena due mesi. Ma questa volta poteva essere una strage. Come spiegano pure i pompieri della squadra 12A e dellautobotte del Tuscolano Secondo intervenuti sul posto per domare i roghi: «Su due di quelle auto erano montati impianti a gas. Pronti a trasformarsi in inneschi micidiali». Impianti montati su una Opel Omega grigia e una Kadett bordeaux, entrambe stationwagon, ferme «a spina» allaltezza dei civici 28 e 30 accanto a una Punto. «Abbiamo sentito una ragazza urlare. Diceva di chiamare i carabinieri e che dietro la via unaltra automobile bruciava - spiega la signora Anna, che abita al terzo piano -. Il fumo saliva fino al balcone e respiravo a fatica, non si può vivere con questo terrore». Lallarme alla sala operativa del 115 piomba intorno alle tre.
È una nottata «ricca» di interventi: prima, verso le undici, sempre i ragazzi del Tuscolano a spegnere lincendio divampato nel supermercato Pam di via lAquila. Ma qui è roba di un corto circuito al quadro elettrico. Poi gli uomini della partenza di Frascati vengono chiamati per una mezza dozzina di auto andate in fiamme nel parco-macchine scoperto di un autosalone ai piedi dei Castelli Romani, sulla Tuscolana. Non cè tregua. A sirene spiegate di nuovo sulla Prenestina. Sarebbe bastato che arrivassero una manciata di secondi più tardi perché le bombole di gpl si trasformassero in ordigni pronti a esplodere.
Sempre la stessa la tecnica utilizzata dagli incendiari: cospargere cofani delle auto e motorini piazzati davanti ad esse di liquido infiammabile, quindi accendere il rogo. Poi via, fino a sparire nel nulla. «Bande diverse - come più volte hanno spiegato gli inquirenti - di giovani che agiscono soprattutto per emulazione». Ma il giallo è ben lontano dal risolversi.
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