«Non vogliamo più operare come affittacamere». Pausa. «MilanoSport può e deve porsi sul mercato dello sport offrendo ai cittadini e, perché no, alle aziende un ventaglio di opportunità il più ampio possibile». Cesare Cadeo non ha dubbi su qual è il futuro della spa che per conto di Palazzo Marino gestisce 34 impianti sportivi (di cui 15 piscine) frequentati ogni anno da quasi quattro milioni di milanesi: «Dalla condizione di affittuari e di restauratori di emergenze dobbiamo divenire imprenditori leader del settore». Trasformazione, precisa, «per necessità».
Sa, il presidente di MilanoSport, che «lo sviluppo di sinergie commerciali con soggetti privati è lunico modo per reperire finanziamenti e denari necessari al futuro della società». E, attenzione, il rimodernamento della società potrà pure «azzerare» quel costo sociale dello sport che, oggi, è a carico del Comune con sei milioni di euro allanno. Soluzione la cui bontà è confermata dalladvisory board di MilanoSport alla vigilia del nuovo contratto di servizio (tra la società e il Comune) messo a punto dagli uffici della società - dove «importante è il contributo del consigliere delegato Marino Bartoletti» - e da quelli dellassessorato allo Sport guidato da Giovanni Terzi.
I membri del comitato - tra i quali, Giampiero Cantoni già presidente della Bnl, Ruggero Magnoni di Lehman Brothers e Mario Resca presidente di McDonalds Italia - segnalano infatti la necessità di progettare «un modello di utilizzo degli impianti che combini servizi commerciali, corsi sportivi e attività più rivolte al sociale». Come dire: coniugare idee e risorse economiche per migliorare gli asset sportivi della città.
Già, Milano non ha solo necessità di «valorizzare le strutture esistenti», chiosa Cadeo, ma pure di «offrire ai milanesi nuovi impianti e un servizio di maggior qualità». Promessa fulcro di una convenzione capace di «superare le criticità di quella vigente». Quali? «La gestione da parte di MilanoSport di impianti non di sua proprietà con conseguente difficoltà nel coinvolgimento di partners privati sia in progetti di riqualificazione che di cogestione e, poi, limpossibilità di programmare autonomamente lutilizzo degli spazi». E sempre lasciando inalterato lo spirito di MilanoSport che «deve continuare a consentire al Comune di poter sviluppare al meglio lofferta di sport-sociale per tutti i cittadini».
Messaggio di chi così si prepara anche alla sfida del 2009, quando Milano sarà capitale europea dello sport e ospiterà i mondiali di pugilato. E poi cè Expo 2015 in una Milano, preannuncia Cadeo, che «può, anzi deve avere una piscina pubblica in ogni quartiere, con tanto di servizi da club house».
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