"La pista di Buenos Aires? Ancora una ferita aperta"

Il presidente di Ascobaires attacca la ciclabile Il Politecnico: la strada più pericolosa per i biker

"La pista di Buenos Aires? Ancora una ferita aperta"
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L'attacco del presidente del Senato Ignazio La Russa ha scatenato una miriade di polemiche, come se si fosse aperto il vaso di Pandora del malcontento. Nel mirino la ciclabile di corso Buenos Aires, esempio da manuale di ciò che non si dovrebbe fare: "Si sarebbe dovuta realizzare nelle vie parallele, in Benedetto Marcello o in via Morgagni, ma non in Buenos Aires dove il traffico è peggiorato in maniera esponenziale", per via dell'allargamento monstre dei marciapiedi con annessa pista: "se prima ci mettevo 5 minuti in auto, ora ce ne metto 25. Quando ci saremo noi la smantelleremo" ha annunciato.

Ma l'osservazione di La Russa viene supportata da uno studio, che il Politecnico ha pubblicato la settimana precedente, ovvero l'"Atlante degli incidenti ciclistici in Italia", la mappatura più completa mai fatta nel nostro paese, che raccoglie tutti gli incidenti dal 2014 al 2023, da cui emerge non solo come la Lombardia sia la regione con il maggior numero di incidenti in assoluto, circa 41mila tra il 2014 e il 2023, ma anche che la maggior parte degli incidenti in bicicletta avvenga nelle aree urbane, dove il traffico è intenso e la convivenza tra bici e auto è in genere difficile a causa della mancanza di infrastrutture adeguate.

A Milano, per esempio, tra il 2014 e il 2023, si sono verificati ben 10.372 incidenti con ciclisti morti o feriti. Non è quindi una sorpresa che Buenos Aires detenga il record delle strade più pericolose con 135 incidenti, seguita da corso San Gottardo con 51 incidenti e via Palmanova (37). Il motivo è presto detto: sono strade molto trafficate, con incroci, fermate, parcheggi e manovre continue.

La ciclabile di Buenos Aires viene definita "una ferita aperta" da Gabriel Meghnagi, vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente di Ascobaires, identica alla posizione del colonnello di Fdi. "Questa pista ciclabile combatte contro il buon senso : se è doveroso prosegue Meghnagi - ribadire come non vi siano preclusioni a priori verso le ciclabili, ma va sottolineata la scelta sbagliata di aver reso strutturale, anche dopo l'emergenza Covid, la pista ciclabile di corso Buenos Aires. Avevamo evidenziato al Comune la necessità di intervenire realizzando una pista ciclabile definitiva nelle vie parallele al corso (Benedetto Marcello o Morgagni) con più obiettivi: non congestionare il traffico e peggiorare le condizioni di sicurezza stradale, garantire un agevole carico e scarico merci evitare agli stessi ciclisti di subire traffico e smog". Proprio così: il problema è una poltiica sulla mobilitò dettatata dall'ideologia.

Così nella stessa sinistra, tra gli ambientalisti duri e puri, serpeggia la consapevolezza che quella ciclabile presenti degli errori, come ricorda Carlo Monguzzi: "Io sono un forte sostenitore di questa pista, ma alcuni problemi vanno ancora risolti come l'accessibilità dei mezzi di soccorso, cosa di cui sono stato purtroppo testimone nei giorni scorsi)". Ma ci sono anche tanti cittadini che sui social si sfogano sottolineando come appunto, abbiano assistito a mezzi di soccorso bloccati nel traffico, senza via di uscita.

Esattamente come succedeva anche in via Saint Bon, in corrispondenza del Centro Diagnostico. Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8, la difende a spada tratta: "La prima cosa da fare per il centrodestra a Milano è togliere una ciclabile utilizzata da diecimila persone al giorno".

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