Piume, veli e chiffon New York riscopre i suoi anni ruggenti

New YorkAlle sfilate di New York si pigia il tasto «back/forward» che sull’iPod permette di scegliere tra la canzone precedente e quella successiva, mentre in termini di moda significa giocare a rimpiattino tra la modernità e il retrò. «L’eleganza non ha una data di scadenza come lo yogurt» sembra dire Ralph Lauren con la raffinata collezione della prossima estate interamente dedicata agli anni Trenta. Con una rilettura molto precisa del glamour in quel decennio cruciale, il grande stilista americano riesce a comporre un’immagine femminile senza tempo. Esemplari in questo senso tutti i pantaloni tagliati divinamente e cuciti ancor meglio.
Ancor più spettacolari gli abiti da sera tutti ricamati a perline con l’inconfondibile motivo decò che definisce i profondi scolli sulla schiena e il danzante movimento delle lunghe gonne in sbieco. Certo i cappelli tipo cloche e il lusso senza fine delle piccole cappe in piume di struzzo, faceva pensare subito alle grandi dive dell’epoca (Jean Harlow e Joan Crowford) mentre per gli impeccabili tailleur pantalone di foggia maschile veniva in mente Marlene Dietrich. Ma al di là del look di passerella resta comunque innegabile la maestria di Ralph Lauren nell’intercettare i desideri delle donne di oggi. Ecco quindi i bei capi da giorno con quei colori pastello che sulla carnagione hanno lo stesso effetto di un buon fondotinta. Per quelli laminati da cocktail e da sera, il più ricco stilista del mondo (ha un giro d’affari annuo di 5.7 miliardi di dollari con ricavi in aumento del 32 per cento) usa addirittura polvere di vero argento. Notevole anche la ricerca di nuovi assoluti negli accessori che prevedono grandi borse ricamate e decorate da frange chilometriche fatte da artigiani di Los Angeles, piccole e preziosissime clutch in pitone iridescente oltre alle splendide scarpe di raffia e satin intrecciati a mano.
Dello stesso segno anche se dedicata agli anni Venti, la poetica collezione Philosophy di Alberta Ferretti lancia un’immagine femminile fragile e forte allo stesso tempo. «Mi sono ispirata allo stile delle donne ne Il Grande Gatsby senza sapere che Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan stanno girando il remake di quel magnifico film» racconta l’adorabile stilista di Cattolica poco prima di far sfilare le sue inconfondibili sottovesti tagliate in sbieco arricchite da preziosi intarsi di pizzo, ricami di canottiglie dappertutto e cuciture nascoste dal filet. Tra le modelle fa bella mostra di sé Margaret Qualley, sedicenne figlia di Andie MacDowell che da sempre è amica e fan della Ferretti. «Mi ha raccontato di aver visto una mia sfilata in braccio alla mamma quando aveva quattro anni e visto che è altrettanto bella e in più studia danza, le ho chiesto subito di sfilare per me» rivela Alberta mentre le vestiariste allacciano sui piedi delle modelle le deliziose scarpette Mary Jane nei toni pallidi ed elusivi di questa Philosophy che non prevede abiti da giorno: rosa carne, azzurro polvere e mauve.
Tutta diversa ma a suo modo magnifica la collezione Proenza Schouler disegnata da Jack McCollough e Lazaro Hernandez. Il duo stilistico riesce a comporre un’immagine ispirata dall’Africa tribale senza mai cadere nell’etnico e nel remake. Raffia intrecciata al neoprene, scarpe con tacchi in legno di Macassar, stampe pixelate al computer e colori futuribili scandiscono lo stile di questo marchio americano in grande ascesa.

Da Gant, griffe disegnata da Michael Bastian per il pubblico più giovane, sono invece di scena le Hawaii nella coloratissima visione di un serial televisivo degli anni Settanta: The Bready Bunch. Il tutto in salsa preppie, ovvero lo stile degli studenti di buona famiglia nelle preparatory school americane.

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