Le radici del blues sono legate a un grande fiume. Magari vi sorprenderete, ma non è il Mississippi. Lanima più autentica della musica dei neri americani la trovate in Africa. Sulle rive del Niger, nel nord del Mali. Chiunque abbia avuto modo di ascoltare il leggendario chitarrista maliano Ali Farka Touré, il «padrino del blues del deserto del Sahara», lo sa.
Personaggio unico (gran parte della sua esistenza è stata dedicata, per tempo e risorse, a migliorare la situazione agricola e sociale di Niafunké, il villaggio natale situato in una regione semidesertica del nord del Mali) e musicista straordinario (aveva elaborato il suo inconfondibile stile imparando a suonare sullo djerkel, una chitarra tradizionale a una corda sola), Ali Farka Touré è morto nel marzo scorso a 67 anni. Come la maggior parte degli artisti africani, anche il «John Lee Hooker africano», nonostante la vittoria di un paio di Grammy (il primo, nel '95 per lalbum inciso con Ry Cooder Talking Timbuktu; il secondo, a febbraio di questanno, per In the Heart of the Moonâ, un intenso disco acustico realizzato nel 2005 in compagnia del campione della kora Toumani Diabaté), era sconosciuto fuori dal giro degli appassionati veri di musica. Ma vivo è stato il dolore per la sua dipartita e assolutamente eccezionale sarà l'omaggio che hanno deciso di tributargli alcuni «colleghi» in concerto stasera al teatro Nazionale (ore 21, ingresso 15/12 euro) nellambito della rassegna Suoni e Visioni. Su tutti spicca il nome di Robert Plant, unicona del rock del XX secolo. Al suo fianco gli Strange Sensation, insieme ai quali lex Led Zeppelin cerca di trovare un punto d'incontro tra chitarre distorte d'antan, elettronica di ultima generazione, antiche percussioni del Maghreb e ritmi trance.
Completano il cast, il pianista-compositore Ludovico Einaudi, di cui è stato da poco ristampato Diario Mali, toccante suite strumentale realizzata con Ballaké Sissiko, uno dei grandissimi della kora (strumento a 21 corde a metà strada tra larpa e la chitarra), e una prestigiosa accoppiata di band «made in Mali»: la pirotecnica Symmetric Orchestra di Toumani Diabaté (l'ultimo collaboratore di Ali Farka Tour) e i Tinariwen, settetto touareg del Sahara meridionale. Due progetti allinsegna della contaminazione tra sonorità contemporanee e tradizioni ancestrali. E alla costante ricerca della musica senza confini.
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