Trent'anni di reclusione per omicidio volontario. È la pena che il pm Vincenzo Maria Bafundi ha chiesto per Giovanni Potenza, il pescatore di Manfredonia di 28 anni, reo confesso dell'omicidio di Giusy Potenza, la ragazza di 15 anni, figlia di un suo cugino e con la quale aveva una relazione, che venne uccisa a pietrate la sera del 12 novembre del 2004 a Manfredonia. Il corpo fu ritrovato il giorno dopo nei pressi del muro di cinta dell'ex stabilimento Enichem, a pochi chilometri dal centro abitato. La richiesta di condanna è stata avanzata nel corso della prima udienza del processo che si celebra con rito abbreviato dinanzi al gup del tribunale di Foggia Lucia Navazio. La prossima udienza si terrà il 9 febbraio.
Durante l'udienza, Giovanni Potenza si è rivolto al padre della vittima e agli altri familiari e ha chiesto loro perdono dicendo di essere consapevole «di avere rovinato le due famiglie». «Se potesse servire - ha detto - darei anche la mia vita. Io non voglio essere dipinto come un mostro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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