Gian Piero Scevola
Niccolò Paganini non ripete, il Procuratore federale Stefano Palazzi sì: ha chiesto infatti la retrocessione in serie B e la penalizzazione di 15 punti per la Reggina nel processo in corso da ieri davanti alla Caf, che ha ammesso come terzi interessati Lecce e Avellino e ha ribadito la ammissibilità delle intercettazioni telefoniche in base alla legge 401 del 1998. Guarda caso le stesse sanzioni formulate in occasione del maxiprocesso dellOlimpico nei confronti di Fiorentina e Lazio, ripescate poi in A dalla Corte Federale con differenti penalizzazioni. Ma il principio dellillecito sportivo è quello e Palazzi non si è smentito, argomentando in modo deciso le accuse dove «appare chiara lesistenza di tentativi finalizzati ad apportare miglioramenti in classifica attraverso unalterazione del rapporto di parità con le squadre avversarie, con atti singolarmente qualificabili come slealtà sportiva ma che, in concorso tra loro, sono finalizzati a trarre un vantaggio diretto in classifica». Sono infatti tre le gare della Reggina del campionato 2004/05 nelle quali Palazzi configura lillecito.
Per Reggina-Atalanta, larbitro Paolo Bertini non è stato deferito perché «non è stata raggiunta la prova completa di quale dei tre elementi della terna arbitrale sia stato contattato». Molto diversa è la questione relativa alle altre due partite, Palermo-Reggina e Sampdoria-Reggina, in cui «cè la prova del contatto diretto con gli arbitri Pieri e Dondarini, come garantito da Bergamo a Foti. Non si può parlare di millanteria, dati i rapporti che cerano tra i due, rapporti reiterati, frequenti e di profonda amicizia. Cè uno schema di condotta che si ripete: i contatti tra il presidente Foti e il designatore prima della gara, la richiesta di particolare attenzione, che non può essere letta di carattere meramente tecnico, e il successivo contatto con l'arbitro». Il procuratore entra poi nel tecnico per spiegare che lillecito sportivo ha il «requisito dellidoneità ex ante: gli atti - dice - devono essere finalizzati, diretti. Basterebbe dunque la mera direzione, in quanto è un illecito di pericolo, e nelle tre gare in questione la condotta ha superato sicuramente la fase di preparazione». La prova delladesione dellarbitro al tentato illecito, sostiene la Procura, «è assolutamente irrilevante e richiederla stravolgerebbe questo tipo di illecito, che diverrebbe da illecito di pericolo a illecito di evento».
Ed è la condotta del presidente Lillo Foti a qualificare lillecito sportivo, «attraverso il contatto continuo con ben 12 telefonate prima delle gare, a sorteggio avvenuto o a poche ore dal compiersi con il designatore Paolo Bergamo. Tra loro cera un rapporto di particolare amicizia e stima, legato anche al particolare accreditamento di Foti coi dirigenti juventini Moggi e Giraudo. Non si tratta di inviti di natura tecnica, non è un canale istituzionale, ma è un chiaro tentativo di condizionare la categoria arbitrale».
Per Foti, Palazzi chiede linibizione per 5 anni e la proposta di radiazione, mentre per gli arbitri Paolo Dondarini e Tiziano Pieri (a dire di Palazzi comunque raggiunti dalle telefonate di Bergamo, anche se i due non compaiono in alcuna intercettazione diretta) la richiesta è di 6 mesi di inibizione per omessa denuncia. Da parte loro i fischietti hanno riaffermato lassoluta estraneità, affermando di «non aver mai avuto richieste esplicite o velate da Bergamo». Altrettanto deciso lavvocato Paolo Morace, difensore della Reggina: «Si cerca di traslare la responsabilità di Moggi su Foti, ma è un autogol della Procura perchè la Reggina è vittima del sistema».
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