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Pm sbugiardati: fuori dal carcere Bisignani e Papa

Pm sbugiardati: fuori dal carcere Bisignani e Papa

RomaLuigi Bisignani torna libero, il deputato Pdl Alfonso Papa esce dal carcere di Poggioreale dopo oltre cento giorni di reclusione. Non sono stati definiti così pericolosi tanto da essere privati completamente della libertà in attesa di giudizio l’uomo di affari e il politico coinvolti nell’inchiesta P4 condotta dai pm della procura di Napoli Francesco Curcio e Henry John Woodcock. Il primo può da ieri lasciare la sua abitazione romana dove si trovava agli arresti su decisione del gip di Napoli Luigi Giordano. Anche la procura aveva espresso parere favorevole dopo che Bisignani aveva patteggiato per tutti i reati di cui è accusato (favoreggiamento e violazione del segreto di ufficio) ma i pm chiedevano l’obbligo di firma. Un diverso gip si pronuncerà nei prossimi giorni sul patteggiamento.
Papa è da ieri ai domiciliari nella casa della famiglia a Napoli. I pm erano contrari, ma in una motivazione di sei pagine i giudici della prima sezione del tribunale partenopeo hanno scritto che non c’è motivo per cui il deputato del Pdl - consegnato alla giustizia su via libera della Camera - rimanga a Poggioreale perché non esiste nessun «concreto pericolo di inquinamento probatorio». Tra le ragioni ci sono anche le «condizioni di salute»: Papa soffrirebbe di «disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso», di grado «medio grave», con «elevata possibilità di commissione di atti autolesionistici». Il suo comportamento da indagato e il fatto che non abbia precedenti confermano che la misura «proporzionata» in questo momento non sia comunque il carcere. Il gip di Roma, procura dove Papa è accusato di concussione, ha confermato questa tesi.
La decisione dei giudici segna una sconfitta per la procura di Napoli. I pm sostenevano infatti che in carcere Papa avesse tentato di inquinare le prove. Avevano anzi depositato nuovi atti tesi a dimostrare che il deputato Pdl avrebbe coinvolto un compagno di reclusione e un carabiniere, che gli avrebbe scattato alcune foto, per avviare una campagna stampa sulle sue condizioni. Ma gli atti della procura sono stati ritenuti non convincenti dai giudici, in quanto «non appaiono significativi» i comportamenti denunciati. In generale si tratterebbe di «mere quanto improduttive iniziative volte a mantenere vivo su di sé l’interesse dell’opinione pubblica» in vista del processo, non di inquinamento delle prove. Non esiste poi «alcun pericolo di fuga». I domiciliari sono concessi anche per il «comportamento tenuto» dall’imputato «tra l’adozione nei suoi confronti della misura cautelare» e l’autorizzazione a procedere, il 20 luglio, quando «l’imputato risulta essersi immediatamente costituito pressa la casa circondariale di Napoli». Papa è stato accolto nel quartiere Vomero dal padre Giovanni e dalla madre Rosita. Ha salutato i giornalisti dalla finestra chiusa.

«È molto provato e non può rilasciare dichiarazioni», hanno spiegato i genitori.

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