Bepi Castellaneta
da Gravina in Puglia (Bari)
La consegna del silenzio è arrivata per decreto. Lo ha firmato il sostituto procuratore del tribunale Antonino Lupo. La durata del provvedimento: fino al 19 giugno. Il motivo: secondo gli inquirenti la pubblicazione delle notizie potrebbe «inquinare le fonti di prova» o comunque danneggiare le indagini sulla scomparsa di Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini di 13 e 11 anni spariti il cinque giugno scorso a Gravina in Puglia, piccolo centro agricolo della provincia di Bari presidiato ormai da centinaia di poliziotti, carabinieri, agenti del corpo forestale dello Stato e soccorritori. Ma dopo il dodicesimo giorno di ricerche andate a vuoto è ancora buio fitto sul destino di quei due ragazzini, mentre prosegue il botta e risposta tra i parenti. E proprio in seguito alle accuse della nonna materna alla madre dei bambini, Rosa Carlucci, il magistrato inquirente ha imposto il silenzio stampa.
Una decisione che ha provocato la risposta dell'ordine dei giornalisti di Puglia: «Il diritto di informazione - si legge in una nota - sulle vicende di cronaca di interesse pubblico è garantito dall'articolo 21 della Costituzione. Pertanto a nessuno - prosegue il comunicato - è consentito imporre il silenzio stampa o altre forme di autorizzazioni o censure; l'opinione pubblica, sempre secondo il dettato costituzionale, ha il diritto - sottolinea l'ordine dei giornalisti pugliesi - di controllare l'operato della magistratura; il divieto contenuto nell'articolo 329 del codice di procedura penale richiamato nel provvedimento del magistrato si applica ovviamente ai soli atti giudiziari e al loro contenuto». Sul caso interviene anche l'Assostampa di Puglia, che esprime «sconcerto» e mette in evidenza come la delicatezza della vicenda non possa «in alcun modo autorizzare la magistratura a rispolverare forme di divieto o censura alla libertà di stampa».
Insomma, è polemica mediatica attorno al giallo di Gravina in Puglia, mentre le ricerche vanno avanti: ieri sono arrivate dieci unità cinofile della squadra nazionale della Protezione civile che si sono aggiunte ad altre cinque già impiegate nei controlli. Ma fino a questo momento niente: nessun indizio, nessuna traccia, nulla che possa lasciar pensare neanche al passaggio dei fratellini. E con il passare delle ore il mistero si infittisce anche se una cosa certa ormai c'è: non è stata una fuga, come rivelano gli stessi comportamenti di Francesco e Salvatore nel giorno della scomparsa. Prima di sparire nel nulla hanno fatto i compiti e hanno portato un paio di scarpe dal calzolaio per una riparazione: una condotta che certo non lascia spazio all'ipotesi di un allontanamento volontario. E poi ancora: in serata, alle 20.15, sono stati visti sulle tribune dello stadio cittadino dove era in corso un torneo di calcio. E qui si perdono le loro tracce. Gli investigatori hanno verificato con attenzione gli spostamenti dei ragazzini, ma nella ricostruzione ci sono circa due ore di buco: non si sa se Francesco e Salvatore si siano incontrati con qualcuno, non è chiaro se avessero un appuntamento.
In ogni caso, gli inquirenti indagano per sequestro di persona e il sospetto è che la vicenda si intrecci con la storia familiare dei ragazzini, che dopo la separazione dei genitori erano stati affidati al padre con un provvedimento del giudice minorile firmato circa un mese fa. La nuova situazione non sarebbe stata presa bene dai fratellini, anche se in realtà anche questa è una versione traballante visto che Francesco e Salvatore non avevano mai dato segni di particolare disagio e avevano anche un elevato rendimento scolastico. Fatto sta che le vicissitudini e i contrasti familiari vengono valutati con estrema attenzione dalla polizia. Gli investigatori hanno deciso di ascoltare nuovamente le «persone informate sui fatti» in modo da verificare tutte le versioni. Alle indagini partecipa anche il direttore dell'Unità analisi crimini violenti della polizia, Carlo Bui, giunto da alcuni giorni in questo paese che ormai vive con il fiato sospeso. Con il passare dei giorni scanditi da imponenti battute di ricerche senza esito, l'ottimismo delle prime fasi ha ormai lasciato il posto all'angoscia. La polizia ha verificato possibili parentele e amicizie anche in altre regioni italiane, ma prevale la convinzione che i fratellini siano ancora in questo angolo di Puglia.
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