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Poca giustizia e tanta ipocrisia

Poca giustizia e tanta ipocrisia

Al termine del gran premio di Parigi, forse il più difficile della storia della formula 1, la McLaren si ritrova a zero punti nella classifica costruttori ma Hamilton e Alonso restano saldamente al primo e al secondo posto della classifica piloti. A questo punto anche un bambino potrebbe porre ai signori della Fia una domanda semplice semplice: ma se la McLaren ha tratto vantaggi dal possesso illegale del «dossier» Ferrari, non ne hanno tratto vantaggio anche i piloti che corrono sulle McLaren? È evidente che Mosley ed Ecclestone, entrambi inglesi e boss assoluti della Formula 1, hanno voluto salvare capra e cavoli, cioè faccia e business. Senza riuscirci però, perché la faccia l’hanno lasciata lì a Place de la Concorde a Parigi. Ma a loro stanno sicuramente più a cuore gli affari e quindi è probabile che ieri sera siano andati in qualche ristorante parigino per brindare al successo.

«Justice has been done». «Giustizia è fatta», avranno esclamato i due. E invece no. Giustizia non è stata fatta. È sempre triste parlare di processi quando c’è di mezzo lo sport. Ma se e quando si afferma di voler andare fino in fondo, di volere la verità, di essere intenzionati a ristabilire l’ordine delle cose poi non si può partorire un pateracchio. Il calcio, il tanto vituperato calcio italiano, ha dimostrato molta più serietà di quanto non abbia fatto la Fia ieri sera. E con assai meno prove di quelle a carico della McLaren ha punito dirigenti e squadre. Giustamente, lo abbiamo sempre sostenuto. Perché se Moggi o Meani addomesticavano gli arbitri o i guardalinee lo facevano solo per facilitare il cammino di Juve e Milan. E gli organi della giustizia calcistica hanno avuto il coraggio di retrocedere e penalizzare i due club più potenti d’Italia. Che significa azzerare la classifica costruttori? Ma da chi è fatta questa classifica? I punti non si assegnano perché il cambio in carbonio (faccio per dire) della scuderia anglotedesca è più bello del cambio in titanio (faccio sempre per dire) della suderia di Maranello.

Sono i piloti che conquistano punti per se stessi e per il loro team: le due classifiche procedono di pari passo e se sei scorretto, furbo, imbroglione da una parte devi per forza esserlo anche dall’altra. E il massimo dell’ipocrisia lo si raggiunge quando si rimanda un’ulteriore decisione alla prossima stagione: la Fia promette che sarà severissima (già sentita) se scoprirà che le vetture 2008 di Ron Dennis sono state costruite sfruttando il materiale Ferrari nelle mani dei suoi tecnici. Già perché Ron Dennis e la Mercedes hanno scritto giocondo in fronte: a questo punto manderanno piuttosto in pista delle macchinette a pedali. Ma in fondo di che ci meravigliamo? Si era capito tutto fin dal primo processo; le critiche piovute addosso alla Fia da tutto il mondo e le nuove prove li hanno costretti a concedere il bis. E loro lo hanno fatto nel modo più indolore possibile. Così nessuno gli romperà più le scatole.

«The show must go on».

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