Sandro Sisler, il «listone» unico al congresso è saltato.
«Non cè mai stato. Il Pdl è un partito grande ed era impensabile ci fosse una lista unica».
Cera già laccordo. Cè rimasto male?
«Si è pensato fosse preferibile un confronto aperto a un accordo».
Ora si fa dura, Guido Podestà è un pezzo grosso.
«Meglio. Se ti presenti da solo poi dicono che non avevi rivali. Così se vinco sono più contento».
Al momento nel Pdl sembra ci sia più scontro che confronto.
«Per me cè solo confronto».
E Podestà?
«Se vincerò, Podestà sarà il primo a essere coinvolto».
Un punto del suo programma?
«La valorizzazione della militanza: sindaci, assessori, consiglieri del territorio. Ho 15 anni di esperienza allopposizione a Cinisello e so cosa significhi sacrificare la famiglia».
Secondo punto.
«Riportare letica al centro della politica. Non voglio fare il moralizzatore, ma credo sia indispensabile».
Nel vostro partito cè stata qualche grana di troppo.
«Le responsabilità sono sempre personali».
Il partito deve fare qualcosa?
«Forse scegliere meglio la classe dirigente. Ma questo mi sembra valga per tutti, non solo per il Pdl».
Gli ex di Fi dicono che un coordinatore ad An sia troppo.
«Non ho la presunzione di lavorare da solo, coinvolgerò tutti».
Dicono anche che lei non la conosce nessuno. Podestà invece...
«È vero. Sono poco noto, ma non me ne vergogno. Nella mia vita ho lavorato, non ho fatto solo politica. E poi non è detto che sia valida lequazione noto uguale a bravo».
Nella lista di Podestà cè Adriano Alessandrini, il sindaco di Segrate che dice di non aver firmato.
«Nella fretta di presentare una lista può capitare».
Sportivo. Farà ricorso?
«Assolutamente no».
Podestà chiede regole ferree.
«Ci confronteremo tutti rispettando le regole. Io almeno lo farò».
Laccusano di essere molto vicino alla famiglia La Russa.
«È vero. Sono molto amico di Romano e ne sono orgoglioso. Non mi pare un demerito. Podestà è vicino a Berlusconi».
Ha mai incontrato Berlusconi?
«Mai. Ma dal 94 mi sono impegnato in tutte le sue campagne elettorali. E non gli ho mai chiesto nulla».
Lei è dirigente di Lombardia informatica e presidente dellAler Monza e Brianza. Si dimetterà?
«No. È il mio lavoro».
Il primo atto da coordinatore?
«Riunire il coordinamento e preparare le elezioni. Sono vicine».
Con la Lega o senza?
«Spero con la Lega. Ma anche la Lega deve sperare di essere con noi».
I sondaggi Pdl non sono buoni.
«Troveremo i candidati giusti per ribaltarli».
Chi vince tra lei e Podestà?
«Io. Ma non per merito mio. Ho dei grandi sponsor. Ovviamente lo dico in senso politico».
Che uniscono ciellini e mantovaniani, socialisti ed ex dc.
«Forse vedono in me la possibilità di rinnovare il partito».
Perché proprio lei? Dirà mica solo perché è giovane.
«Ho esperienza sul territorio e sono fuori dai grandi giri. Posso essere un segno di discontinuità».
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