Podestà: "Serravalle, chi tocca i fili muore"

Il presidente della Provincia interviene dopo le polemiche sulla sua partecipazione nella società dei Cabassi: "Era una cosa risaputa, non ho mai nascosto la mia attività. Contro di noi si sono mossi i poteri economici". "Le aree destinate a Expo non le ho scelte io, nel 2007 ero ancora un europarlamentare". "I nostri consulenti? Collaboratori preparati ma non non sono miei soci"

Podestà: "Serravalle, chi tocca i fili muore"

«Abbiamo toccato interessi consolidati molto elevati. Ma noi di­sturberemo ancora, non accettere­mo condizionamenti ». Guido Pode­stà è convinto che ci sia la consisten­te partita delle infrastrutture, Serra­valle Pedemontana e Tem, tra le ri­ghe degli articoli degli scorsi giorni sul Corriere della Sera che parlano degli intrecci societari tra la sua fa­miglia (la moglie, Noevia Zanella) e i Cabassi (proprietari delle aree su cui si svolgerà l’Expo e del 40% di una holding dei Podestà, la Genera­le di Costruzioni). Chiama in causa le nomine previste per il fine setti­mana e azzarda: «Chi tocca i fili di Serravalle, muore». Pubblico delle grandi occasioni alla conferenza stampa convocata dal presidente della Provincia. I giornalisti autori degli articoli prote­stano («non siamo eterodiretti»), entrano nel dettaglio di società, quote e consigli di amministrazio­ne. Lo accusano di non essere stato trasparente, di non aver mai rivela­to in alcun atto pubblico, in alcun verbale di consiglio di essere socio dei Cabassi. Podestà ribatte: «Si è scoperto che ho realizzato con i Cabassi una casa di riposo. Ma è una cosa che non ho mai nascosto, sono orgoglio­so di averla fatta, ne ho parlato an­che in campagna elettorale a Tele­lombardia. I bilanci sono pubblici, la società di cui si discute è quotata. E poi era una cosa risaputa, ho sem­pre risposto a tutte le domande che mi sono state fatte». Parla di un’in­terrogazione del consigliere regio­nale Franco Mirabelli sulle sue case di riposo. Rivendica di aver fatto ri­corso al Tar contro la Regione che gli negava l’accreditamento:«Un at­to di trasparenza». Si difende: «Non ho mai nascosto la mia attività pro­fessionale, che svolgo da quaranta­cinque anni. Io e mia moglie siamo rimasti basiti quando abbiamo let­to un articolo che mi collegava a in­teressi del gas siberiano perché sta­vo ristrutturando quattro apparta­menti a Santa Maria Maggiore». La questione principale riguarda il suo doppio ruolo di socio dei Ca­bassi e presidente della Provincia, che gli avrebbe consentito di in­fluenzare la partita delle aree Expo. Podestà nega con decisione: «Non mi sento in imbarazzo perché le aree non le ho scelte io, è accaduto nel 2007 e allora ero europarlamen­­tare, tra Strasburgo e Bruxelles. Il va­lore delle aree lo stabilisce l’Agen­zia del Territorio. È strano che ora si parli di conflitto d’interesse.Sin dal­l’inizio ho sempre mantenuto la stessa posizione coerente e cioè che la Provincia non ha interesse né risorse per l’acquisto delle aree». Secondo Podestà, però, il tema ve­ro non sarebbe Expo ma le infra­strutture e le nomine di Serravalle. «Poteri economici cercano di in­fluenzare le scelte che dovremo fa­re. Sono in corso grandi opere e una razionalizzazione delle partecipa­zioni, che abbiamo ritenuto neces­saria con gli altri soci: Intesa, Auto­strade per l’Italia, Gruppo Gavio. So­no stato di stimolo anche per il Fon­­do infrastrutture ».

Ricorda la recen­te richiesta del Ministero dell’Eco­nomia di abolire la quota di suben­t­ro nel piano finanziario per la Pede­montana: «Vi possono essere inte­ressi economici legittimi. Il Mef fa la sua parte ma cambiare le regole del gioco a metà partita è turbativo dal punto di vista finanziario».

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