Il policlinico Gemelli ammalato di... circolazione

Rita Smordoni

La denuncia parte dall’Ugl. Troppa confusione all’interno dei viottoli dell’ospedale Agostino Gemelli, a Pineta Sacchetti. Una struttura enorme, gigantesca. Con tanto verde, piante ben curate. Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Le auto girano spesso a vuoto senza indicazioni, i parcheggi interni sono un mezzo miraggio. La circolazione è una lenta gimkana, come il gioco dell’oca, con ritorno al punto di partenza. A volte le stesse ambulanze finiscono nell’ingorgo. «Il problema è il parcheggio multipiano interno, da 7-800 posti - spiega Maurizio Sciarpelletti, delegato sindacale Ugl al Gemelli -. La società che ha l’appalto, la Gesti Park, avrebbe dovuto costruirlo in cinque anni, ma i lavori vanno a rilento. Il cantiere strozza la circolazione davanti al piazzale antistante l’ingresso principale, la strada è stretta, si blocca facilmente. Abbiamo più volte sollecitato una soluzione, ma non ci hanno dato mai retta». In pratica, le auto dei visitatori procedono a singhiozzo in un tortuoso budello privo di vie d’uscita, impossibilitate a fermarsi per mancanza di spazio, con scarsa o nessuna segnaletica sui bordi della strada. Quando gli automobilisti si fermano a chiedere informazioni, tutti sono costretti ad aspettare dietro, si forma una lunga fila, quasi dantesca nelle ore di maggiore afflusso.
«Le sbarre del primo parcheggio, subito dopo il cantiere, non funzionano per la rottura dei cavi - racconta Sciarpelletti -. Ma invece di mettere un uomo a gestire la sosta, hanno preferito dirottare le auto al successivo parcheggio, quello del Dea-Pronto Soccorso. Fino a ottocento metri di strada con indicazioni quasi invisibili. D’altra parte anche all’ingresso su via della Pineta Sacchetti, ci sono problemi. È impossibile chiedere informazioni alle guardie della vigilanza, altrimenti il traffico si bloccherebbe pure lì». Tutti a mosca cieca, insomma. Per non intralciare la circolazione, si continua a girare a vuoto. Non va meglio una volta trovata un’area di sosta. Il sistema, anche questo in appalto alla Gesti Park, è meccanizzato, c’è un addetto in giro, ma le aree di parcheggio sono cinque, grandi, lontane. Alcune sbarre non si alzano, le piazzole sono private, ma saperlo è un altro conto. I citofoni alle casse automatiche potrebbero essere utili per collegarsi alla sala operativa. Anche in caso di rimozione col carro attrezzi interno. Ma in pratica, spiega l'Ugl, i citofoni sono piccoli e poco visibili. Chi capita la prima volta al Gemelli si sente smarrito, frastornato. Può succedere di sentirsi strombazzare dietro dalle autocisterne del carburante, cosa che in ospedale dovrebbe essere assolutamente vietata. Ma chi di dovere non interviene. L’area rimozione è in fondo a una lunga discesa, appartata, seminascosta, anche qui con indicazioni piccole o inesistenti.
E il sindacato dei lavoratori come si sta muovendo? «La gestione del Gemelli è privata - risponde l’esponente dell’Ugl -. Come sindacato non possiamo avere accesso ai contratti della direzione con le singole ditte. Noi però manifestiamo il nostro disappunto per la lungaggine dei lavori del multipiano, che crea disservizio all’utenza ed agli stessi dipendenti. Secondo noi è nell’interesse anche dei lavoratori che le cose vadano meglio. Che per esempio ci sia un percorso diretto per il Dea, sia pedonale che carrabile. Dalla direzione ci dicono di farci i fatti nostri. Ma domani i malati potremmo essere noi, chiunque. I problemi riguardano tutti».


Sul divieto di accedere ai contratti da parte del sindacato è di parere opposto Rosa Roccatani, responsabile nazionale sanità dell’Ugl: «Il nostro delegato ha tutto il diritto di prenderne visione. Sono atti pubblici in ogni caso, considerati i finanziamenti ricevuti dalla Regione».

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