Policlinico, Tognoli fa scattare i soccorsi

C’è un nuovo carrello e le scatole abbandonate ora sono sparite

Il carrello a tre gambe del Policlinico di Milano sta per uscire dal coma. È stato visitato, non da un’equipe di medici ma da un tecnico del settore, niente bisturi e morfina ma cacciavite e chiave inglese. L’esperto ha accertato che la filettatura della ruotina quella sì non concede più speranze, ha ordinato una cerniera nuova e un bullone con dado; forse, nelle prossime ore, i parenti del carrello, accorsi dagli altri padiglioni («ne abbiamo portati noi un paio da via della Commenda, per ovviare» mi ha detto l’anonimo di via Pace) saranno meno tristi. Giacciono ancora sfondate e smozzicate le poltrone della sala d’attesa, la Madonnina seguita nelle preghiere. Non si può avere tutto dalla vita ma il Direttore Sanitario si è presentato sul sito e ha fatto intervenire le squadre di soccorso. Carlo Tognoli, presidente della Fondazione Ospedale Maggiore di Milano, è una persona seria, un po’ a disagio per le sue buone maniere in un circo di furbastri e portaborse.

Dopo aver letto l’articolo del Giornale ha chiamato a rapporto i suoi collaboratori e ha loro imposto la discesa in campo. Nessuno di questi si era fatto vivo negli ultimi tempi, nessuno aveva scritto uno straccio di relazione sui lavori in corso e il presidente si è ritrovato in off side. «Sono apparsi improvvisamente (...)

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