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Politica e giornalismo sul filo dei ricordi
È stato presentato ieri alla Camera dei Deputati (sala Aldo Moro) il volume Gli anni di piombo. LItalia fra cronache e storia scritto a quattro mani da due firme del nostro «Giornale»: Mario Cervi e Luigi Mascheroni. La presentazione del volume, cui hanno partecipato gli autori, rientra nel ciclo di incontri dal titolo «Il volume della democrazia - Giornata del libro politico».
Mario Cervi, cofondatore con Montanelli del «Giornale, e il giovane collega Luigi Mascheroni hanno raccolto, sul filo del ricordo privato che diventa autobiografia pubblica, cinquantanni di storie e cronache politiche. Spicca ovviamente la testimonianza di un protagonista della carta stampata in una cronaca che diventa Storia e si trasforma in unacuta riflessione sul quarto potere in Italia. Nel dialogo con Mascheroni, Cervi alterna spassosi aneddoti ad arguti ritratti dei più noti giornalisti del secolo scorso a cominciare dal suo grande amico Indro Montanelli per passare a Oriana Fallaci, Orio Vergani, Dino Buzzati, Giulio De Benedetti. Infiniti i retroscena: gli esordi al «Corriere» nellItalia del Dopoguerra grazie a una «raccomandazione», i grandi servizi di «nera» dei primi anni Cinquanta e le battaglie giornalistiche, da Erich Priebke al caso Mattei; i servizi come inviato sulla crisi del Canale di Suez, sul colpo di Stato dei colonnelli in Grecia, sul golpe di Pinochet in Cile; il lungo sodalizio con Montanelli, la fondazione del «Giornale» e poi il lavoro di storico, fino alla discesa in campo di Berlusconi e alla frattura con i fondatori de il «Giornale» che per Cervi si ricompose qualche anno dopo.
Mario Cervi, cofondatore con Montanelli del «Giornale, e il giovane collega Luigi Mascheroni hanno raccolto, sul filo del ricordo privato che diventa autobiografia pubblica, cinquantanni di storie e cronache politiche. Spicca ovviamente la testimonianza di un protagonista della carta stampata in una cronaca che diventa Storia e si trasforma in unacuta riflessione sul quarto potere in Italia. Nel dialogo con Mascheroni, Cervi alterna spassosi aneddoti ad arguti ritratti dei più noti giornalisti del secolo scorso a cominciare dal suo grande amico Indro Montanelli per passare a Oriana Fallaci, Orio Vergani, Dino Buzzati, Giulio De Benedetti. Infiniti i retroscena: gli esordi al «Corriere» nellItalia del Dopoguerra grazie a una «raccomandazione», i grandi servizi di «nera» dei primi anni Cinquanta e le battaglie giornalistiche, da Erich Priebke al caso Mattei; i servizi come inviato sulla crisi del Canale di Suez, sul colpo di Stato dei colonnelli in Grecia, sul golpe di Pinochet in Cile; il lungo sodalizio con Montanelli, la fondazione del «Giornale» e poi il lavoro di storico, fino alla discesa in campo di Berlusconi e alla frattura con i fondatori de il «Giornale» che per Cervi si ricompose qualche anno dopo.
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