
Arriva lo stop al cumulo infinito di stipendi. Questa è una delle novità finora evidenziate tra le bozze del nuovo protocollo di funzionamento delle Fondazioni di origine bancaria, sul quale stanno trattando Acri e il ministero dell'Economia che è l'ente incaricato della vigilanza. Qualcuno, in ambienti finanziari, l'ha identificata come la norma «Fabrizio Palenzona». L'ormai ex presidente di Fondazione Crt, infatti, nell'ultima drammatica riunione del board nell'aprile del 2024 prima delle sue dimissioni aveva proposto dei nomi per i vertici delle partecipate di Crt che non erano stati presi in considerazione. I consiglieri ribelli, in sua assenza, si erano poi autoassegnati le poltrone ai piani alti di Ogr, Equiter e Ream. Cariche alle quali Caterina Bima, Davide Canavesio, Anna Di Mascio e Antonello Monti hanno in seguito rinunciato dopo la stretta del ministero che per lungo tempo è stato vicino a commissariare la Fondazione.
Ebbene all'articolo 4 dell'ultima bozza del Protocollo d'Intesa, che dovrà essere approvata dalle Fondazioni per poi dare mandato all'associazione di Giovanni Azzone di chiudere la trattativa col Tesoro, figura la voce «Corrispettivi per i componenti degli organi». Questo precetto è una chiara eredità dello scandalo Crt, su cui tuttora stanno indagando le procure di Roma e Torino, e prevede che «i componenti degli organi delle Fondazioni che assumono cariche nelle società ed enti strumentali, in aggiunta agli emolumenti come componenti degli organi delle Fondazioni possono cumulare una remunerazione complessiva per tali ulteriori cariche ricoperte, fino a un massimo di 20mila euro annui lordi. Superata tale soglia, gli interessati dovranno riversare quanto percepito alle Fondazioni, attraverso l'individuazione preventiva di appositi meccanismi». Insomma, stop all'accumulo infinito di remunerazioni e disincentivo a generare situazioni solo funzionali ad alimentare sospetti su istituti concepiti in primo luogo per realizzare opere filantropiche.
Il Protocollo è frutto di lunghi mesi di interlocuzione con il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti il quale si è mostrato disponibile, fermo restando i paletti sulla trasparenza, a concedere alcune concessioni.
Per esempio, è possibile derogare dal rapporto di massimo un terzo del patrimonio investito in un unica società (come la banca conferitaria) ricalcolando tale esposizione per un coefficiente favorevole e attuando in ogni caso un piano di rientro di tre anni. Allo stesso modo, i mandati potranno essere di sei anni per un massimo di due consecutivi.