
Passo avanti nelle trattative tra le Fondazioni di origine bancaria e il Mef per la revisione del Protocollo d'intesa che ne regola il funzionamento. Ieri l'Acri, l'associazione di settore guidata da Giovanni Azzone (in foto), ha inviato alle Fondazioni associate un testo di addendum per la revisione del Protocollo d'intesa con il Tesoro (che è l'ente preposto al monitoraggio).
Il processo, iniziato lo scorso aprile, compie dunque un ulteriore passo in avanti. In particolare, la proposta, ora all'esame delle Fondazioni, introduce modifiche mirate sui fronti strategici della concentrazione del patrimonio e della governance. Quest'ultimo punto è stato di grande interesse negli ultimi mesi, poiché il rally dei principali titoli bancari ha fatto sì che le partecipazioni in portafoglio (che non possono superare un terzo del capitale investito) avevano in alcuni casi oltrepassato il limite consentito.
Le Fondazioni vorrebbero un alleggerimento di questo paletto, per evitare di rinunciare a ricchi dividendi e non creare cambi di equilibrio nell'azionariato di importanti istituti sistemici (come, per esempio, Intesa Sanpaolo).
Per quanto riguarda la concentrazione del patrimonio, infatti, si propone un «aggiornamento dei limiti agli investimenti, con l'obiettivo di meglio rispondere alle caratteristiche degli asset e all'evoluzione dei mercati finanziari». Le bozze circolate sono un margine di flessibilità per attenuare l'effetto delle oscillazioni di mercato o addirittura un aumento del tetto al 44 per cento. In merito alla governance: le Fondazioni vorrebbero l'«introduzione di strumenti di flessibilità per bilanciare il ricambio negli organi direttivi con la necessaria continuità strategica nel lungo periodo».
L'elemento su cui si sta premendo è quello di permettere mandati più lunghi fino a sei anni.
Le Fondazioni sono chiamate a deliberare entro il 30 settembre il conferimento del mandato al presidente di Acri per proseguire il dialogo con il Mef e finalizzare l'iter di revisione. In caso di approvazione, ciascuna Fondazione dovrà adeguare il proprio statuto alle nuove disposizioni previste dall'addendum.