
Non arrivano buone notizie per milioni e milioni di cittadini in Italia ed Europa visto che l'inasprimento della politica monetaria si continua a riflettere sui tassi di interesse e nei finanziamenti con un salasso per le famiglie. "Ad aprile i tassi sui prestiti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni, toccando il 4,4% per i prestiti alle imprese e il 3,4% per i mutui ipotecari", ha reso noto la Banca Centrale Europea nel bollettino economico da poco pubblicato.
Le novità sull'inflazione
Non va meglio nemmeno su crescita economica e inflazione visto che il Consiglio le ha prospettate "estremamente incerte": tra i motivi legati a una crescita in ribasso un ruolo determinante lo svolge "la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina" ma anche "l'incremento delle tensioni geopolitiche su più ampia scala, rischi che potrebbero frammentare il commercio internazionale e quindi gravare sull'economia dell'area dell'euro", aggiunge la Bce. Inoltre, anche l'espansione economica potrebbe essere più lenta per le continue tensioni nei mercati finanziari che potrebbero "determinare condizioni di finanziamento persino più restrittive di quanto anticipato e incrinare la fiducia. Inoltre, una crescita più debole a livello mondiale potrebbe frenare ulteriormente l'attività economica dell'area dell'euro".
Soltanto una ritrovata (per adesso non si vede) fiducia delle famiglie e delle imprese verso maggiori consumi potrebbe ridare vita all'economia ma, affinché possa accadere un'eventualità del genere, dovrà riprendersi anche il mercato del lavoro. Uno dei temi più caldi, come detto, è quello sull'inflazione che pur prevista in leggero calo è prevista rimanere ad alti livelli ancora per un po' di tempo. Il Consiglio direttivo ha assicurato un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2% nel medio termine decidendo di aumentare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce.
"Mesi di stagnazione"
L'economia dell'area dell'euro ha registrato una stagnazione negli ultimi mesi ed "è probabile che la crescita economica resti debole nel breve periodo, rafforzandosi però nel corso dell'anno con il diminuire dell'inflazione e il continuo attenuarsi delle criticità dal lato dell'offerta", ha sottolineato la Bce nel bollettino economico.
Gli analisti hanno messo in luce che "l'inasprimento della politica monetaria si trasmetterà sempre di più all'economia reale e, insieme al ritiro graduale delle misure di sostegno di finanza pubblica, inciderà negativamente sulla crescita dell'economia nel medio periodo". Le stime di crescita, al momento, sono dello 0,9% nel 2023 e all'1,5% nel 2024 in calo rispetto alle previsioni di qualche tempo fa.