Roma - A poche
ore dal vertice dell'Unione sulla politica estera convocato dal premier, Romano Prodi,
continua a tenere banco sulla scena politica la vicenda della lettera con cui sei ambasciatori
di paesi Nato, Usa, Gran Bretagna, Australia, Romania, Canada e Paesi Bassi hanno esortato
il governo italiano a mantenere l'impegno in Afghanistan. Dopo le prese di posizione di ieri
del Mministro degli Esteri, Massimo D'Alema e della Difesa, Arturo Parisi, che hanno definito
«irrituale» l'iniziativa degli ambasciatori, oggi è arriva la risposta dell'opposizione. Il leader di
An ed ex ministro degli Esteri, Gianfranco Fini ritiene «imbarazzata e un pò stizzita» la
risposta del governo italiano, definendola «irrituale». «Non capisco per quale motivo - ha
aggiunto Fini - il ministro D'Alema abbia definito irrituale la lettera degli ambasciatori di sei
paesi alleati che sono impegnati come noi nella missione in Afghanistan e si sono rivolti a
nome del loro popolo e dei loro Governi al popolo e al Parlamento italiano invitandoci a
tenere fede ai nostri impegni. Irrituale semmai - ha concluso - è la risposta imbarazzata
politicamente e un pò stizzita di D'Alema». Sempre dal centrodestra, il presidente dei
senatori di Forza Italia, Renato Schifani, che definisce la vicenda «una mortificazione senza
precedenti, mai subita in passato. L'ennesima dimostrazione che in questo governo -
aggiunge - serpeggiano germi di antiamericanismo, non solo nella sinistra radicale ma anche
in quella riformista». Per i centristi, il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, secondo il quale «le
incertezze e le contraddizioni del governo stanno portando (come temevamo) all'isolamento
internazionale del Paese» lanciando un invito: «Prodi ne prenda atto, vada da Napolitano e
apra una nuova fase».
Ma a far da scudo alle posizioni del governo, le reazioni di tutto il
centrosinistra. «È un'ulteriore intromissione e per noi è irricevibile, perchè entrare negli affari
di Stato di un paese sovrano è problematico e non aiuta» dice il capogruppo del Prc alla
Camera, Gennaro Migliore. Per l'Udeur è una lettera di cui «francamente non c'era bisogno
visto che il nostro paese, il nostro governo sta rispettando l'impegno internazionale
assunto» dice il capogruppo alla Camera, Mauro Fabris. La Cdl è «senza orgoglio nazionale e
vuole una sovranità limitata: il governo e il Parlamento decidono la politica estera, non altri»
replica invece Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi a Montecitorio.
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