"5 mesi per fermare una nuova corsa alle armi nucleari"

L'incontro di oggi in Alaska tra Trump e Putin potrebbe essere incentrato più sulle questioni nucleari che sull'Ucraina. Su entrambi i fronti, il tempo stringe

"5 mesi per fermare una nuova corsa alle armi nucleari"

Mentre il mondo si prepara a scoprire se il primo passo della pace in Ucraina, con condizioni tutte da definire, possa essere compiuto oggi nel corso del vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska, gli osservatori e la stessa Casa Bianca ridimensionano le aspettative. "Ancora più importante" dell'incontro di oggi con il presidente russo, ha detto il tycoon poche ore fa, sarà il "secondo" incontro al quale parteciperà anche Volodymyr Zelensky e al quale "forse" prenderanno parte anche "i leader europei". Se in merito al dossier ucraino il summit di oggi potrebbe dunque non rivelarsi risolutivo, c'è però un altro fronte sul quale i massimi rappresentanti delle due superpotenze potrebbero trovare un'intesa non di poco conto.

A rivelare che l'atteso vertice potrebbe essere incentrato su questioni lontane dal conflitto in Ucraina, è stato Putin che ieri ha dichiarato che Trump "sta facendo sforzi energici e sinceri per fermare le ostilità, mettere fine alla crisi e raggiungere accordi che sono nell'interesse di tutte le parti coinvolte nel conflitto". Il capo del Cremlino ha poi precisato che il faccia a faccia mira a "creare condizioni di lungo termine per la pace tra i nostri Paesi e in Europa, e nel mondo intero" e che una pace più estesa può essere raggiunta "se nei prossimi stadi (del dialogo) raggiungeremo accordi per il controllo delle armi offensive strategiche".

Con le sue parole lo zar ha voluto richiamare l'imminente scadenza, prevista a febbraio, dell'ultimo trattato in vigore tra Washington e Mosca sui missili intercontinentali, il New Start. Superata tale deadline, sottolinea in queste ore un'analisi degli esperti Sahil Shah e Dmitry Stefanovich pubblicata da Politico, per la prima volta in oltre mezzo secolo, le armi strategiche statunitensi e russe potrebbero essere completamente libere da vincoli e le forze armate di entrambi i Paesi pianificheranno strategie nucleari sulla base delle stime peggiori dei rispettivi arsenali. La minaccia è ancora più grave se si tiene conto del fatto che proprio nei giorni scorsi la Russia ha dichiarato di non essere più tenuta a rispettare una moratoria sul dispiegamento di missili a medio e corto raggio. Già nel 2019, al tempo del primo mandato di Trump, gli Stati Uniti hanno abbandonato il relativo trattato Intermediate-Range Nuclear Forces (Inf) del 1987.

In questo contesto, scrivono Shah e Stefanovich, l'incontro tra Trump e Putin "rappresenta un'opportunità rara e tempestiva per agire non solo per il bene dell'umanità ma anche per i risoluti interessi strategici delle due superpotenze". Sebbene non sia necessario negoziare tutti i dettagli di un nuovo trattato dall'oggi al domani, proseguono gli analisti, "anche in un solo incontro" potrebbe essere avviato "il processo di ripristino della prevedibilità e della moderazione in materia di armi nucleari".

In tal senso, nonostante le basse aspettative, qualche risultato incoraggiante potrebbe quindi arrivare dall'Alaska. Sia Washington che Mosca hanno infatti rilasciato dichiarazioni a favore di una nuova intesa sul nucleare. In particolare nell'analisi pubblicata da Politico, sono evidenziate sei aree in cui i leader della Casa Bianca e del Cremlino potrebbero raggiungere un accordo di principio volti a preparare il terrero per la rirpesa dei colloqui sulla stabilità strategica tra i due Paesi.

In prima battuta, Trump e Putin potrebbero riaffermare la dichiarazione del 2022 rilasciata dai cinque membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che affermava che "una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere combattuta" e che ribadiva "la responsabilità primaria" degli stessi componenti dell'organo Onu ad evitare qualsiasi confronto militare con altri Stati dotati di armi nucleari. Come passo successivo, i due presidenti potrebbero annunciare pubblicamente la loro intenzione di non superare i limiti previsti dal New Start anche dopo la sua scadenza impedendo così una corsa agli armamenti a breve termine.

Al termine del vertice nella base militare di Elmendorf-Richardon, Trump e Putin potrebbero inoltre sottoscrivere una dichiarazione congiunta in cui i due Paesi si impegnano a non riprendere i test nucleari esplosivi e a concordare un congelamento delle armi nucleari non strategiche o tattiche senza pregiudicare i negoziati futuri. Come quinto punto, in merito al collasso dell'Inf, il commander in chief e lo zar potrebbero ribadire che nessuna delle due superpotenze intende schierare missili a raggio intermedio. Infine, da Anchorage potrebbe arrivare il riconoscimento che la difesa missilistica - tra cui il progetto Golden Dome caro al tycoon e l'ampliamento da parte della Russia dell'arsenale di sistemi di lancio avanzati - non deve sfuggire al controllo.

Trump e Putin, scrivono Shah e Stefanovich, devono insomma "affermare la loro comune convinzione che la reciproca vulnerabilità rimane essenziale per la stabilità strategica e e che nessun sistema può garantire l'invulnerabilità".

L'incontro di oggi, concludono gli esperti, potrebbe essere incentrato sull'Ucraina ma potrebbe avere un significato storico sulla questione nucleare. L'alternativa è che, in assenza di un accordo, solo cinque mesi separano il mondo da una nuova corsa incontrollata agli armamenti nucleari.

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