Asset russi per l'Ucraina, dialogo Zelensky-Lagarde

Il leader ucraino a colloquio con la presidente della Bce. Nodi legali al vaglio, Giorgetti: "Attendiamo garanzie"

 Asset russi per l'Ucraina, dialogo Zelensky-Lagarde
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I conflitti non finiscono soltanto grazie alle armi ma anche, e forse soprattutto, grazie alle risorse economiche. E così l'Occidente cerca di serrare le fila per garantire all'Ucraina il sostegno necessario per resistere e andare anche oltre. Non a caso ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha discusso dell'ipotesi di utilizzo degli asset russi congelati con la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. Una telefonata importante, che come riporta Zelensky, è servita èper discutere su «come utilizzare in modo equo gli asset russi congelati per proteggersi dalla guerra e ripristinare la vita in Ucraina», con il dibattito sul se e sul come procedere che rimane aperto in Europa. Anche se non è la sola iniziativa sul tavolo.

«Deve esserci sufficiente volontà politica in Europa, perché è lì che si concentra la maggior parte di questi beni, abbiamo concordato di collaborare strettamente con gli altri leader europei», ha spiegato Zelensky. E un sostegno tangibile arriva da un comunicato

congiunto dei leader di Germania, Francia e Regno Unito, Merz, Macron e Starmer: «Aumenteremo la pressione su Mosca, poiché il presidente Putin continua con tattiche dilatorie e attacchi spregevoli», si legge, «siamo pronti a usare in modo coordinato il valore dei beni sovrani russi congelati per sostenere l'Ucraina e spingere Mosca al negoziato, svilupperemo meccanismi innovativi per aumentare i costi della guerra e intensificare la pressione, anche sulla cosiddetta flotta ombra russa».

Ma non è così facile, perché il rischio legale è grande ed è necessario muoversi in maniera coordinata e sicura. Come ha spiegato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, chiarendo che il Governo italiano aspetta un chiarimento dalla Commissione, in materia di trattamento contabile al fine del rispetto del patto di stabilità, sulla proposta della Commissione di usare gli asset russi congelati per finanziare l'Ucraina. Il meccanismo, ha spiegato Giorgetti al termine della riunione dell'Ecofin, non è chiaro, «è uno dei motivi per cui sulla proposta aspetto ulteriori dettagli. Noi abbiamo chiesto proprio formalmente una garanzia sotto questo aspetto, perché cambia completamente l'impatto sui nostri conti pubblici, sul deficit, sul debito». Un aspetto politico non banale di questi tempi». Una rassicurazione è arrivata dal commissario

europeo all'Economia Valdis Dombrovskis, che ha garantito come il trattamento contabile, ai fini della valutazione del rispetto del patto di stabilità, delle garanzie che gli Stati membri dovranno fornire per il prestito Ue all'Ucraina in gestazione, che dovrebbe utilizzare gli asset russi congelati, è «una questione importante, sollevata da Giorgetti e altri. Crediamo che questa garanzia non verrà conteggiata automaticamente nel deficit e nel bilancio» anche se ha aggiunto che «questa è la valutazione preliminare della Commissione, ma richiederà una validazione da parte di Eurostat». Ma intanto la Banca europea per gli investimenti è pronta a sostenere i Paesi Ue nel finanziamento della difesa anti-droni.

In una lettera della presidente Nadia Calvino al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa si legge che «Stiamo lavorando all'identificazione di azioni mirate» per «sostenere con urgenza iniziative volte a proteggere la nostra popolazione, le nostre città e le infrastrutture critiche dai droni nemici». Il punto chiave resta «la costruzione e il rafforzamento delle infrastrutture critiche per rafforzare il fianco Est». Tutto chiaramente complesso. Ma qualcosa si muove.

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