Cosa sono le alture del Golan: l'area della strage dei bambini colpita da Hezbollah

La regione è stata conquistata da Israele dopo la Guerra dei sei giorni. Prima del conflitto, era sotto il controllo della Siria. Nell'area abitano circa 25mila persone appartenenti alla comunità drusa

Cosa sono le alture del Golan: l'area della strage dei bambini colpita da Hezbollah
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Il massacro dei bambini nelle alture del Golan segna un’innegabile escalation nel conflitto tra Israele e gli Hezbollah. Sabato 27 luglio, un missile dei terroristi ha colpito un campo di calcio a Majdal Shams. Le vittime sarebbero 12, tutte con un’età compresa tra i 10 e i 16 anni, a cui si aggiungono decine di feriti.

L’attacco è avvenuto nella regione che lo Stato ebraico ha strappato alla Siria dopo la guerra del 1967, per poi annetterla nel 1981. L’area è abitata principalmente da drusi di lingua araba, a cui è stata offerta la cittadinanza israeliana quando il loro territorio è stato inserito ufficialmente nella compagine dello Stato ebraico. La maggior parte ha rifiutato, ma i loro legami con Israele sono cresciuti e si sono rafforzati nel corso degli anni. Le autorità di Tel Aviv hanno concesso loro dei lasciapassare per viaggiare all’estero e i membri di questa comunità religiosa possono muoversi liberamente sul territorio nazionale, lavorare senza problemi e usufruire del servizio sanitario statale. I 25mila drusi che risiedono nel Golan, dunque, vivono in una sorta di limbo politico internazionale e continuano a mantenere buoni rapporti con la Siria, dove molti di loro hanno mantenuto rapporti di amicizia e parentela.

Nel 2019, l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto la sovranità di Israele sull’altopiano di circa 1.800 chilometri quadrati che, per Tel Aviv, ha un’importanza strategica fondamentale. Esso, infatti, funge da zona cuscinetto tra lo Stato ebraico e la Siria, dove nel corso degli anni si è rafforzata la presenza dei pasdaran iraniani.

Prima della Guerra dei sei giorni, il Golan era controllato da Damasco e vi abitavano circa 150mila cittadini siriani. Il conflitto fu scatenato dal fatto che Egitto, Giordania e Siria avevano aumentato la loro presenza militare ai confini con Israele, che decise di passare all’offensiva per anticipare le mosse dei tre Stati arabi. Al termine della breve guerra, lo Stato ebraico occupò Gaza, il Sinai, Gerusalemme Est, la Cisgiordania e, appunto, le alture del Golan. La risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza dell’Onu chiamata “terra in cambio di pace”, secondo cui Israele avrebbe dovuto restituire i territori in cambio del suo riconoscimento da parte degli avversari, non fu mai applicata. Nel corso dei decenni, però, lo Stato ebraico si è ritirato da quasi tutte le aree conquistate nel 1967.

Per quanto riguarda l’altopiano a Nord, i governi di Tel Aviv e Damasco hanno tenuto più volte colloqui segreti per accordarsi sul ritiro delle Idf, ma il processo si è interrotto dopo l’inizio della guerra civile siriana nel 2011.

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