Dopo le elezioni, in Olanda la situazione è peggiore di prima. Se nel 2023 ci sono voluti 222 giorni per arrivare a un Governo, questa volta potrebbe essere più complicato. Secondo i dati diffusi da Anp - agenzia di stampa olandese - lo scarto tra i due partiti sarebbe di duemila voti in favore della destra. Nessuna elezione olandese si era mai conclusa prima con due partiti perfettamente appaiati in testa.
Con quasi il 98% delle schede scrutinate il risultato - inaspettato - ormai appare chiaro. I D66 - Democrats 66 - il partito progressista liberale di centro guidato da Rob Jetten - ex vice primo ministro ed ex ministro per il clima sotto Mark Rutte - ribalta, per il momento, le previsioni dei sondaggi arrivando pari merito con il PVV di Geert Wilders, ma tutto può cambiare visto che manca ancora una parte significativa dei voti di Amsterdam.
Dal quartier generale del partito l'ex vicepremier ha commentato:"Abbiamo detto addio alla negatività e alla politica dell'odio, è tempo di positività e di guardare avanti - ha detto Rob Jetten dopo gli exit poll - Oggi abbiamo ottenuto il miglior risultato di sempre - guadagnando 17 seggi rispetto alle scorse elezioni - i Paesi Bassi hanno inviato un messaggio molto chiaro".
Un risultato che nessuno si aspettava fino a qualche giorno fa. Sì perché il Partito della Libertà di Geert Wilders è sempre stato davanti a tutti nei sondaggi. La vittoria era quasi sicura, invece alla Tweede Kamer gli esponenti del PVV passeranno da 37 a 26.
Wilders ridimensionato
Un pareggio ufficialmente, ma che sa più di sconfitta per il numero uno dell'estrema destra olandese che si immaginava già primo ministro. A mente fredda si potrebbe pensare che la causa questa debacle potrebbe essere stata l'uscita dall'esecutivo guidato da Dick Schoof - a trazione PVV - sostenuto dal centrodestra moderato, dai cristiano-democratici e dal partito dei contadini.
Molti, questa scelta, non gliel'hanno perdonata, anche perché il premier lo aveva scelto proprio Geert Wilders e oggi il sogno di entrare nella stanza dei bottoni è ufficialmente svanito. Al momento però nulla è ufficiale, il testa a testa in termini di voti reali continua: "Se saremo il partito più grande, il Pvv vuole prendere l'iniziativa di formare una coalizione. Finché non ci sarà chiarezza al 100% - sull'esito elettorale - nessun esploratore del D66 potrà partire. Faremo tutto il possibile per impedirlo" ha detto il leader dell'ultra destra, anche perché si dovrà aspettare che la Commissione elettorale faccia il suo corso e validi i voti. L'unica cosa certa è l'incertezza sulle possibili coalizioni di governo.

Il terzo posto
Medaglia di bronzo per il VVD - il partito popolare - guidato da Dilan Yesilgoz, delfina di Mark Rutte - premier dal 2010 al 2024 e oggi numero uno della NATO - che entra alla Camera con 22 seggi, uno in meno rispetto a due anni fa. Yesilgoz ha tenuto saldo il timone, anche dopo le critiche per l'alleanza con l'estrema destra prima - dopo aver detto che non avrebbe mai governato con Wilders&C - e per aver detto no già ora a un eventuale accordo con il Partito della Libertà.
Good bye Frans
Il fanalino di coda è la sinistra. Il ticket che ricorda l'italiana Avs perde cinque seggi, passando a 20 eletti. Secondo il De Telegraaf infatti, l'alleanza guidata da Frans Timmermans - ex commissario Ue e leader del ticket laburisti e verdi - avrebbe perso più di tre punti percentuali, fermandosi al 12,6%.

Dopo la sonora sconfitta Timmersmans ha deciso di lasciare la guida del partito GroenLinks-PvdA: "Non sono riuscito a convincere abbastanza persone, mi dimetto dalla guida del partito".
Gli altri partiti
Di poco dietro troviamo i cristiano democratici del CDA, fermi a 18 seggi.
Poi i conservatori di Ja21 - con 9 seggi - e gli estremisti del Forum per la Democrazia - 7 seggi - mentre nell'ultimo banco ci sono i contadini del BBB - 4 seggi - seguiti da socialisti, animalisti, minoranze e piccoli conservatori cristiani - 3 seggi - Il partito dei pensionati entra con due deputati, mentre la maglia nera è Volt, che ne elegge solo uno.