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Perché la Russia non ha vinto

Certamente tirarla in lungo non conviene agli ucraini, ma ciò che nessuno dice, se non i numeri, è che non conviene per nulla neppure a Putin, nonostante la sicurezza e l'arroganza che mostra in pubblico

Perché la Russia non ha vinto
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A leggere i resoconti e i commenti degli ultimi giorni sulla guerra ucraina si dà praticamente per certo che la guerra stia per finire in quanto vinta dai russi e persa dagli ucraini. E per provarlo si citano i chilometri quadrati di territorio conteso che, nel corso del 2024, sono passati sotto il controllo dell'armata di Putin. In effetti la cifra fa una certa impressione: quattromila chilometri quadrati. Qualsiasi lettore, non esperto di numeri né di geografia, certamente giunge alla conclusione che è fatta, la Russia ha vinto. Nessuno, infatti, si ferma a ragionare sul fatto che l'Ucraina ha un'estensione di oltre seicentomila chilometri quadrati e che, quindi, quei quattromila rappresentano soltanto lo 0,6 per cento del suo territorio; sommati a quelli persi durante

il primo assalto, portano dunque i russi a controllare appena rispetto alla grancassa della propaganda pro Putin - il 18 per cento dell'intera Ucraina. Ma non solo. Nel 2024 Putin ha perso, tra morti e feriti, circa 400mila uomini, una media quindi di cento per ogni chilometro quadrato temporaneamente conquistato. A questo ritmo, per conquistare l'intera Ucraina - cioè il restante 82 per cento del Paese, oggi ancora sotto il controllo di Kiev - la Russia, calcolatrice alla mano, dovrebbe essere disposta a sacrificare 54 milioni di soldati, un numero che certamente non è nelle sue disponibilità. La guerra non la si combatte con le statistiche, certo, ma i numeri servono a dare una dimensione reale di quello che è successo e che potrebbe succedere in assenza di colpi di scena militari o politici. Certamente tirarla in lungo non conviene agli ucraini, ma ciò che nessuno dice, se non i numeri, è che non conviene per nulla neppure a Putin, nonostante la sicurezza e l'arroganza che mostra in pubblico. Ed è per questo che per la prima volta dall'inizio del conflitto si comincia a parlare di possibili trattative, se non di pace almeno di tregua.

Tenere alto il prezzo che la Russia deve pagare per continuare la guerra è l'unico modo per provare a fermarla. E questo è il compito, direi la responsabilità di fronte alla storia, che oggi l'Occidente libero deve assolvere, costi quel che costi.

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