Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito le indiscrezioni circolate su alcuni media occidentali e ucraini secondo cui il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, sarebbe caduto in disgrazia presso il presidente Vladimir Putin. “In queste notizie non c’è nulla di vero. Lavrov continua sicuramente a lavorare come ministro degli Esteri”, ha dichiarato Peskov, citato dall’agenzia Tass.
Tutto era nato dal Moscow Times, organo di stampa indipendente con sede nei Paesi Bassi, che ieri aveva diffuso la notizia del presunto ridimensionamento di Lavrov e che il ministro era scomparso dalla scena pubblica. Le ipotesi erano state alimentate anche da alcune assenze insolite e da segnali interpretati come indizi di un raffreddamento dei rapporti con il presidente. Lavrov, che guida il ministero degli Esteri dal 2004 ed è una delle figure più longeve del governo russo, non ha partecipato alla recente riunione del Consiglio di Sicurezza, un’assenza definita “coordinata” ma comunque notata dagli osservatori. Una fonte anonima ha riferito al quotidiano russo Kommersant che Lavrov ha accettato di assentarsi dalla riunione, nonostante fosse un membro permanente del consiglio.
Peskov ha, inoltre, smentito le notizie diffuse dai media secondo cui il presidente russo avrebbe litigato con il suo ministro degli Esteri in merito all'annullamento di un incontro previsto con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in Ungheria. Il vertice Trump-Putin è stato annullato dopo che una telefonata preparatoria tra Lavrov e il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha chiarito che ci sarebbero stati pochi progressi verso la pace in Ucraina e sicuramente nessun cessate il fuoco, come richiesto dalla Casa Bianca.
Inoltre, la guida della delegazione russa al prossimo vertice del G20 sarebbe stata affidata a un altro rappresentante del Cremlino, un fatto che molti analisti considerano indicativo di un momentaneo ridimensionamento del suo ruolo operativo. Alcuni commentatori russi e internazionali hanno ipotizzato che queste mosse riflettano un processo di centralizzazione del potere attorno a Putin, a scapito delle figure storiche della diplomazia tradizionale.
Nonostante ciò, il Cremlino ha voluto chiudere ogni discussione pubblica sulla questione, riaffermando la piena
fiducia di Putin nel suo ministro. Lavrov resta, almeno per il momento, il volto della politica estera russa, protagonista di vent’anni di relazioni internazionali e interlocutore costante dei principali leader mondiali.