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Nuova tegola su Sarkozy: condannato dalla Cassazione a un anno con sei mesi di carcere

Con questa decisione, l’ex presidente non dispone più di alcuno strumento di impugnazione interna: la sentenza è ora definitiva, e dovrà essere eseguita

Nuova tegola su Sarkozy: condannato dalla Cassazione a un anno con sei mesi di carcere
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La Corte di Cassazione francese ha respinto oggi il ricorso di Nicolas Sarkozy nel caso “Bygmalion”, confermando in via definitiva la condanna a un anno di carcere — sei mesi dei quali da scontare senza condizionale — per il sistema di false fatturazioni che aveva permesso di gonfiare i costi della sua campagna presidenziale del 2012 e aggirare i limiti di spesa imposti dalla legge. Con questa decisione, l’ex presidente non dispone più di alcuno strumento di impugnazione interna: la sentenza è ora definitiva, e dovrà essere eseguita.

L'udienza di oggi è stata la sua ultima possibilità di evitare una seconda condanna, dopo essere stato incarcerato il mese scorso in un caso separato. In quel processo, il settantenne è stato riconosciuto colpevole di aver permesso ai suoi collaboratori di cercare di raccogliere fondi per la sua corsa presidenziale del 2007 dal leader libico Muammar Gheddafi. I suoi 20 giorni dietro le sbarre lo hanno reso il primo leader francese del dopoguerra a scontare la pena in carcere prima di essere rilasciato il 10 novembre sotto sorveglianza giudiziaria in attesa di un appello anche in quel caso.

L’inchiesta Bygmalion, invece, aveva rivelato un meccanismo di doppie fatture che consentiva di occultare le spese reali della campagna, superate di gran lunga rispetto ai tetti consentiti. La Cassazione ha confermato non solo la responsabilità dell’ex capo dello Stato, ma anche quella del direttore della sua campagna e dei dirigenti del partito che lo sosteneva, coinvolti nell’architettura del sistema contabile irregolare. Si chiude così un contenzioso durato oltre dieci anni, fatto di processi, appelli e ricorsi che hanno segnato la vita politica e giudiziaria di Sarkozy.

Lo scorso anno i giudici parigini lo avevano riconosciuto colpevole di associazione a delinquere nell’ambito delle indagini sui finanziamenti libici alla sua campagna del 2007, infliggendogli cinque anni di reclusione e una multa da 100.000 euro, pur assolvendo Sarkozy dalle accuse di corruzione passiva e appropriazione indebita. A questo si aggiunge la condanna già definitiva per corruzione e traffico di influenze, confermata nel dicembre 2024, per la quale aveva scontato un anno con braccialetto elettronico.

Per Sarkozy si apre ora una fase nuova e più incerta. L’esecuzione della pena, sommata al peso degli altri procedimenti, rende ormai estremamente difficile immaginare un suo ritorno sulla scena politica.

A più di dieci anni dalla sconfitta del 2012, il lungo contenzioso giudiziario che ne è scaturito arriva al suo epilogo più netto: la responsabilità dell’ex presidente è stata definitivamente riconosciuta, e la Francia si confronta con una delle decisioni più simboliche della sua storia recente.

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